All’inizio del ‘900 la ditta tedesca di Otto Vezin, proveniente dalla Renania-Westfalia, costruì in località porto di Toscolano un opificio per la tessitura della seta, chiamato localmente “setificio”.
Nel 1915, in seguito allo scoppio della prima guerra mondiale, il Vezin fu costretto ad allontanarsi dall’Italia; gli subentrarono dapprima i sigg. G.B. Ciscato e Nemesio Oliverio. Quest’ultimo rimase poi l’unico proprietario avendo rilevato anche la quota dell’altro socio. Quest’opificio dava lavoro ad un centinaio di donne. Per decenni le commesse non mancarono, i profitti furono buoni, ma negli anni ’50 si riscontrarono le prime difficoltà che, aggiunte ai problemi di mercato, finirono per compromettere la sopravvivenza della fabbrica costringendo la proprietà a chiudere i battenti nel 1964. Lo stabile fu, in seguito, usato dalla ditta Fioravanti di Milano per l’assemblaggio di componenti elettronici. Tale attività cessò nel 1968. Successivamente, ma solo per poco tempo, ne prese il posto un’impresa di Lumezzane che produceva oggetti per la casa in rame e ottone.
Attualmente l’edificio è adibito a negozio di mobili e magazzino. A ricordare l’esistenza del “Setificio” rimane ancora una ciminiera, parzialmente mozzata, perché era divenuta pericolante.
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