sabato 19 ottobre 2013

BERTOLAZZA BARTOLOMMEO

Musicista virtuoso del mandolino

Bertolazza Bortolommeo di Domenico e di Apollonia Lombardi fu un personaggio straordinario locale che merita di essere ricordato. Nacque a Toscolano il 3 marzo 1772 in una cartiera che il padre Domenico, affittuale dei Conti Fioravanti-Zuanelli, gestiva a Toscolano in località “Religione”e che il secolo successivo passò di proprietà alla famiglia Visintini. Fu battezzato il giorno successivo da Don Canetti, come risulta al n° 364 nel registro custodito presso la Parrocchia di Toscolano. Il padrino, o compare come si chiamava un tempo, fu G.D. Francesco Monselice di Bortolo da Maderno. Purtroppo morì tragicamente nel 1820.

Fu uno strano, semplice, ma importante personaggio con forte inclinazione per la musica tanto che, in breve tempo, riuscì da autodidatta a diventare un virtuoso del mandolino.

Quando ancora era un ragazzino Bartolommeo dovette, a malincuore, seguire le orme del padre per apprendere il mestiere di cartaio. Questa attività era poco gradita perché il giovane aveva un carattere inquieto ed una forte passione per la musica, tanto da essere ammirato da tutti.

Esaltato dai successi ottenuti in campo musicale, a diciotto anni decise di abbandonare il paese e la propria famiglia e, in compagnia dei suoi amici Bazzani e Lena, suonatori di chitarra e Pietro Ferrari cantore di arie buffe, decise di percorrere l’Italia del nord ed in particolare il Piemonte ed il Trentino tenendo concerti nelle piazze, nelle osterie e nei teatri. Il successo fu immediato, applausi e denaro permettevano a questo gruppetto di condurre una vita spensierata. Poi si trasferirono a Marsiglia e Tolone riscuotendo consensi ed applausi sia sulle piazze sia nei teatri vivendo delle sole offerte del pubblico fino allo scoppio della rivoluzione del 1797, che li costrinse al rimpatrio.

Il Bertolazza rimase a Toscolano per poco tempo per poi trasferirsi nel Tirolo dove prese in moglie Margherita Leonardi. Il 29.3.1796 gli nacque il figlio Giacomo Giuseppe divenuto poi anch’esso amante della musica. Ripresi dalla febbre dell’avventura, partirono per il Tirolo da dove passarono poi in Austria, visitando, prima di giungere a Vienna, le principali città. Nella capitale conobbe il celebre pianista Colò di Riva del Garda il quale, dopo aver scoperto il suo gran talento musicale, gli insegnò lettere e musica. La Corte di Vienna e le personalità d’alto rango facevano a gara nell’offrirgli lavoro e protezione, ricompensandolo di denaro ed onorificenze per la tecnica, l’eleganza e la melodia delle composizioni che aveva il dono di natura d’improvvisare con molta facilità.

Nel 1799 si trasferì a Londra dove rimase fino al 1802. Fu chiamato dalla Corte per le sue capacità musicali dalla quale riceveva un compenso di due ghinee al giorno e che gli permetteva anche di dare applauditi concerti dai quali trasse sostanziosi benefici economici.

Alla fine del 1802 ritornò in Austria per poi partire per la Germania e si fermò nella citta di Dresda dove il 10.9.1803 si esibì presso la Corte con uno spettacolare concerto che entusiasmò a tal punto il pubblico che in suo onore fecero stampare, in seta, due sonetti in italiano con la riproduzione del suo ritratto che lo storico locale Avv. Donato Fossati nel suo libro “Benacum – storia di Toscolano” edito nel 1941 dichiarò di possederne un esemplare. Successivamente si trasferì a Berlino dove, nel 1804, suonò accompagnato con la chitarra dal figlio di appena otto anni, le variazioni tratte da un tema dell’opera “La bella molinara” di Giovanni Paisiello.

Nel 1805 la famiglia Bertolazza ritornò a Vienna dove Bortolommeo tenne molti concerti e lavorò come insegnante di mandolino e chitarra e come compositore.

Dopo il 1814 non si ebbero più notizie di questa famiglia, sennonché, si venne poi a sapere che nel 1820 decise di trasferirsi tutta in Brasile, dove, si diceva, che il nostro artista avesse intenzione di raggiungere una vecchia fiamma coronata che aveva conosciuto a Dresda.

Ma il destino volle che la nave che trasportava questa famiglia, naufragasse con tutti i suoi passeggeri. Bartolommeo aveva, in quel tempo, appena 50 anni..Lasciò numerose composizioni non solo riguardanti lo strumento preferito, il mandolino, ma anche la chitarra, il violino ed il pianoforte.

Qui sotto viene riprodotto uno stralcio del registro dei battesimi di Toscolano dove risulta indicato come Bartolommeo Bertolazza.

 
         
                                                                                                                                                       

BIBLIOGRAFIA
- Enciclopedia Bresciana di Antonio Fappani
- Enciclopedia dei musicisti bresciani - pag.55 di Giovanni Bignami
                                                                      
                                                                                                               Andrea De Rossi