giovedì 5 giugno 2014

LO STATISTA GIUSEPPE ZANARDELLI E LA SUA VILLA A MADERNO



        Innamorato di Maderno lo statista Giusepppe Zanardelli (1826-1903) dopo aver acquistato il terreno in frazione Bornico di Maderno dal Conte Arrighi, nel 1888 vi costruì una grande villa , ora in concessione all’ANFFAS.
            L’edificio fu progettato dall’ architetto bresciano Antonio Tagliaferri ed i lavori terminarono nel 1892. Nel vasto parco che circonda la villa, si ammira una statua di marmo bianco denominata “La quiete”, opera del suo amico prediletto  scultore e pittore Ettore Ximenes (Palermo 1855- Roma 1926) lo stesso che decorò le pareti della villa  con numerosi affreschi. Nel vestibolo, in alto sulla parte destra, in una lunetta, è rappresentata la Legge. Nella sala centrale, quella che guarda verso il lago ed è collegata con una doppia scalinata con il giardino a lago, numerosi sono gli affreschi che adornano le pareti: il paese di Villa Carcina e la scena del ricevimento di Umberto  nel 1890, Gardone V.T., Iseo, Irma, Collio e Bovegno. Tutti ricordi della valle in cui lo statista visse. Sul soffitto, da una balaustra si affacciano tre personaggi che Francesco Bevilacqua, un parente che detiene cimeli e 128  lettere autografe dello statista, identifica negli amici:
-         Giovanni Quistini – Avvocato e parlamentare (1841-1913)
-         Federico Bagozzi – Impresario edile (1844-1898) proprietario della villa accanto (ex Bassetti) e che per lui aveva costruito un albergo a Collio. Il padre, invece, si era distinto nelle X giornate di Brescia,
-         Paolo Auriggi – Direttore de “La Provincia” giornale fondato da Zanardelli.
Sullo sfondo del soffitto domina il cielo con una rete per l’uccellagione. Pare che quest’ultimo riferimento sia dovuto esclusivamente al suo particolare gradimento della preda e non alla passione per la caccia, come si potrebbe presumere.
            Nella seconda sala troviamo, invece, affreschi del pittore bresciano Cesare Bertolotti (1854-1932) che rappresentano la pesca, l’olivo e la vendemmia. Nella sala di ricevimento, ancora opere di Ximenes riguardanti l’Amor pagano
Nel 1860 lo Zanardelli fondò il suo Giornale “La Provincia”, contrapposto alla “Sentinella” e più tardi alla “Voce del Popolo”. Nel 1876 fu nominato ministro del Lavori Pubblici del governo De Pretis, nel 1878 dell’Interno, dal 1881 al 1893 e nuovamente dal 1887 al 1891 al Ministero di Grazie e Giustizia. Durante quest’ultimo incarico legò il suo nome al Codice Penale varato nel 1890, che rimase in vigore nel Regno fino al 1925 e nel quale, per la prima volta in Italia, fu prevista l’abolizione della pena di morte. Fu anche Presidente della Camera dei Deputati dal 1898 al 1899 e Presidente del Consiglio dal 15 febbraio 1901 al 29 ottobre 1903, quando, per gravi motivi di salute, dovette rassegnare le dimissioni cedendo il posto a Giolitti. Infatti, dopo solo due mesi, morì per una grave malattia nella sua villa di Maderno.
            Negli ultimi momenti gli fu accanto la sorella Ippolita e per due giorni lo assistette anche Mons. Geremia Bonomelli Vescovo di Cremona a lui legato da affettuosa amicizia. Nonostante fosse stato tacciato più volte di anticlericalismo, nel libro dei morti della Parrocchia di Maderno, alle annotazioni, si legge: “Sacramentis munitus minimun” ed il Vescovo di Brescia Mons.Corna Pallegrini concesse per lui i funerali religiosi.
            Seguita da numerose personalità e gente comune la salma dello stesso fu trasferita  a Brescia e dopo una grande cerimonia religiosa fu inumata al Vantiniano. In quella occasione lo seguì anche la Banda Musicale di Maderno che suonò la marcia funebre predisposta espressamente dal Prof. Giuseppe Micaglio, Maestro della stessa Banda.
                                                                                                      Andrea De Rossi