domenica 26 ottobre 2014

NOVITA' AL MUSEO DELLA CARTA





            Il 20 ottobre 2014, finalmente, è giunta un bella notizia riguardante il Museo della Carta ubicato a Toscolano-Maderno in Valle delle Cartiere, nella ex cartiera di Maina inferiore o Macalè.
La Fondazione Valle Cartiere che gestisce il museo, tempo fa, è venuta a conoscenza che la Fondazione Telecom intendeva assegnare un contributo ai “Beni invisibilI .Luoghi e maestria delle tradizioni artigianali”. Ritenendosi interessata ha partecipato a questo concorso presentando un ambizioso progetto che prevede l’attivazione di una “Scuola della carta” che oltre alla professione di cartaio, insegnerà le tecniche della rilegatura, della calligrafia e svilupperà percorsi di design ed arte che coinvolgeranno studenti di tutta Italia. La notizia ha suscitato entusiasmo non per l’ammontare del  contributo che verrà assegnato, ma soprattutto per l’apprezzamento dell’iniziativa presentata.
            Il Comitato Scientifico della Fondazione Telecom ha selezionato ben 478 richieste e solo otto sono i progetti approvati che verranno sviluppati e finanziati, fra i quali, quello presentato dalla Fondazione Valle delle Cartiere che ha per titolo:”Toscolano 1381: una carta, una storia, un futuro” che, assieme all’Associazione Calligrafica Italiana e all’Accademia di Belle Arti “Santa Giulia” di Brescia hanno deciso di produrre, al museo della carta, ex cartiera di Maina inferiore carta artigianale di qualità:  tornerà quindi a fabbricare in questo luogo storico non una carta qualsiasi, ma un prodotto di pregio fatto a mano, in modeste quantità, come ha dichiarato il projet manager Filippo Cantoni, da utilizzare per scopi artistici, inviti a cerimonie,ecc.: A questo scopo è già stato individuato un partner commerciale nella Giustacchini Office Store di Brescia.  Il progetto contempla anche il ricorso a fotografia 3D, grafica Web, percorsi sensoriali.
            Questa notizia di far rivivere l’attività cartaria di un tempo nella Valle delle Cartiere mi ha colpito come cittadino di Toscolano-Maderno ma anche nei miei sentimenti familiari. Mi ha fatto affiorare ricordi lontani che mia madre mi aveva trasmesso su questa antica cartiera. Infatti  all’età di 5 anni rimase orfana del padre G.Battista De Rossi ed essendo la madre impegnata nel suo lavoro, quando fu più grandicella fu mandata dalla zia Luigia che abitava nella casetta annessa alla cartiera di Maina inferiore. La zia aveva sposato un certo Tullio Bianchi da Pisogne, il quale esercitò l’incarico di direttore della cartiera stessa per venti anni sino alla sua morte, avvenuta nel 1912.. Da mia madre ho appreso quindi tanti particolari inerenti questa antica cartiera, divenuta ora il Museo della carta, che spesso mi ritornano in mente.

                                                                                                        Andrea De Rossi


           
                                  

venerdì 24 ottobre 2014

L'OSSERVATORIO ORNITOLOGICO PASSO SPINO




            Non tutti sono a conoscenza che l’ERSAF (Ente Regionale per i servizi all’Agricoltura e alle Foreste), dal 1999 ha riattivato la storica Stazione Ornitologica situata presso il Passo di Spino, a 1165 metri di quota nel comune di Toscolano-Maderno ed è stata dedicata al fondatore Antonio Duse, noto medico di Salò che nel 1929 e fino al 1933 gestì, per primo, questa attività.
            Questo osservatorio serve per il censimento dei vari tipi di uccelli che transitano dal Passo e vengono catturati, con apposite reti disposte lungo il crinale e, dopo il loro esame, rilasciati liberi. Questa attività viene chiamata l’inanellamento. Vengono fatte le catture primaverili e autunnali, quest’ultima è stata condotta in maniera regolare dal 2000 al 2010 con oltre 3000 uccelli catturati all’anno e 100 specie diverse. Quella maggiormente catturata è il Fringuello pari al 32,3%, altre specie sono il Lucherino 16,8% ed il Pettirosso 13,9%.. Ciò consente di individuare le rotte di migrazione, i siti di riproduzione e svernamento dei diversi uccelli. Un anello metallico viene loro applicato su una zampa e riportato inciso un codice, così come la targa di un veicolo.
            Gli uccelli che vengono intrappolati in queste reti speciali vengono raccolti da personale esperto che li estrae con molta attenzione, al fine di evitare loro dei traumi. Fra le varie informazioni che vengono raccolte la prima è la specie di appartenenza, poi il sesso, l’età, la lunghezza dell’ala e del becco ed il loro peso.
            I dati raccolti vengono utilizzati per monitorare il fenomeno della migrazione.

                                                                                                            Andrea De Rossi


sabato 11 ottobre 2014

IL PARCO DEL "SERRAGLIO" A MADERNO RITORNERA' AL SUO ANTICO SPLENDORE?




Già dall’antichità questo prezioso parco era chiamato “Serraglio” perché è tutto circondato da alte mura per impedire l’accesso agli estranei. E’ il caso di ricordare la sua lunga storia. Anticamente apparteneva all’ordine dei Padri Serviti che avevano il loro convento con una piccola chiesetta in Via S.Pietro presso l’attuale villa Caprera.
Abolito il convento dei Padri Serviti dal Papa Alessandro VII nel 1656, i loro beni furono messi all’asta  nel 1659 dalla Repubblica Veneta perché se ne servisse in difesa del regno di Candia minacciato dalle armi ottomane. Passarono in proprietà alla famiglia Gonzaga, compresa, naturalmente, la palazzina diroccata del Serraglio che i Gonzaga chiamarono nei loro documenti il “casino sopra il monte”. Successivamente i Gonzaga costruirono una ardita galleria,ora interrata, che congiungeva il loro palazzo con la palazzina anche per non essere notati dalla popolazione che sapeva che lassù si svolgevano frequenti e movimentate feste.
       Da un vecchio documento ritrovato dallo storico Guido Lonati nell’archivio di Maderno  ho rilevato interessanti notizie riguardanti il ”Serraglio” di Maderno già appartenente ai Gonzaga.
         E’ risultato che, attraverso gli eredi dei Gonzaga il Serraglio è giunto in proprietà dei Monselice i quali, nel 1888 lo vendettero al suddito austriaco Rodolfo Lignet, nel periodo in cui sembrava che la Riviera non potesse vivere se non con l’aiuto economico e l’iniziativa tedesca. Ad un certo momento il Lignet iniziò a costruire un albergo a ridosso della collina, deturpando, così è scritto, il paesaggio in modo ignobile. Per questo motivo il Comm.Bianchi che risiedeva nello stabile che, in tempi recenti, è divenuto l’albergo Golfo, acquistò tutto il Serraglio, liberandolo dalla minaccia di altre manomissioni e, tra il 1906 e il 1911, procedette a pazienti restauri sotto la guida del Prof. Arturo Cozzaglio. Dopo aver abbattuto l’albergo costruito dal Lignet vi aperse viali e sentieri e rimodernò tutto il parco ripristinando le opere idrauliche predisposte dai Gonzaga utilizzando tutte le sorgenti e ponendo fontanelle settecentesche a fianco della palazzina (così fu sempre chiamata quella che un tempo era dei Padri Serviti, poi passata ai Gonzaga che la definirono il casino sopra il monte.)
          Il 26.3.1985, quando proprietario di parte del Serraglio era diventato il Comune e la ditta proprietaria del restante terreno stava costruendo la base per la realizzazione di un complesso residenziale, molto più deturpante dell’albergo costruito dal Lignet, una grande frana si staccò dal sovrastante terreno mettendo in serio pericolo le sottostanti abitazioni.
         Sistemata la frana, con la costruzione di un possente muro di sostegno, si continuò a costruire il grandioso complesso residenziale  fino a completarlo come lo si può vedere dalla piazza.
         Il parco, (nel quale il pubblico può entrare liberamente) nel frattempo fu abbandonato. Qualche anno fa gli alberi del parco furono sistemati e questa estate è stato organizzato un campo internazionale di giovani dalla Lega Ambiente per ripulirlo.  In questi giorni (ottobre 2014) un gruppo di volenterosi, appoggiati dall’Amministrazione comunale, ha iniziato un tentativo di coinvolgimento della popolazione per il suo recupero con l’intento di ridargli il volto di un tempo
Per valorizzare questa nuova iniziativa domenica 12 ottobre 2014, su proposta del Comune e delle associazioni Nordic Walking Alto Garda Bresciano e Valle Sabbia, Legambiente, Avis di Salò e 04 agar Gruppo Arcieri, era prevista una festa con offerta di piatti tipici offerti dai ristoranti locali, il tutto accompagnato da musica. (Festa rimandata causa maltempo a data da destinarsi.)  Lunedì sera, invece, si terrà all’ex palazzo Municipale nella sala Fossati un incontro con la Fondazione del Castello di Padernello, con l’intenzione di seguire il loro splendido esempio di  recupero di un castello che era ormai in rovina, simbolo di rinascita culturale e turistica.
                                                                  
                                    Andrea De Rossi