venerdì 16 agosto 2013

RICORDI DI GUERRA: REQUISIZIONE CAMPANE

Nel corso della seconda guerra, dopo aver raccolto le fedi nuziali d'oro, avere rimosso le cancellate di ferro, ritirato tutto il materiale di rame dalle case e perfino il filo spinato delle recinzioni agricole, sembrava non ci fosse più nulla da recuperare che servisse alla costruzione del materiale bellico, necessario alla prosecuzione della guerra. Invece, verso gli ultimi mesi di guerra  (inizio 1945) si pensò perfino alle campane che dai campanili dei paesi e delle città, durante i tempi di guerra e di pace, con il loro tocco indicano - nelle occasioni gioiose ed in quelle tristi, lo svolgersi della vita quotidiana dei cittadini. Si trattava di materiale molto pregiato per la costruzione dei cannoni, ma difficilmente recuperabile in confronto ai precedenti prelievi. Ma, nonostante la difficoltà ed il costo sostenuto, le campane furono tolte.
Un gruppo volonteroso ed anche coraggioso di volontari di Montemaderno prima della requisizione riuscì a togliere le campane dal loro campanile ed a nasconderle in una cantina di una casa privata. Purtroppo non fu così per quelle di Maderno e di Gaino che furono tolte dalle autorità e depositate  in attesa di essere inviate alla fusione, presso il magazzino dell'ex impresa De Rossi G.Battista.
Quando giunse, quasi inaspettatamente, la fine della guerra le campane erano ancora depositate nello stesso magazzino, per cui sfuggirono fortunatamente alla sorte predestinata con grande sollievo e soddisfazione della popolazione. Quelle di Maderno furono, senza alcuna cerimonia, rimesse sulla torre campanaria, mentre per quelle di Gaino gli abitanti, come loro simpatica tradizione, riservarono una particolare festa al momento del ritiro dal magazzino, avvenuto nei primi giorni del maggio 1945.
Come si può notare dalla foto che ho scattato personalmente in quel giorno, le campane furono sistemate su di un carro agricolo trainato da due buoi ed avvolto in festoni di alloro. Il carro fu seguito con entusiasmo da un folto gruppo di ragazzini e di adulti che vedevano, finalmente, anche in questa semplice cerimonia, l'inizio di un'era di pace.

                                                                                                                 Andrea  De Rossi

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