mercoledì 21 agosto 2013

CAMPIGLIO (Campei) DI CIMA SUI MONTI DI TOSCOLANO





La località Campiglio di Cima, in dialetto chiamato "Campei de sima", deriva dal nome di piccoli campi che nel XVI° secolo venivano coltivati ad orzo, segala e patate. La località si trova sui monti di Toscolano a 1025 metri d’altezza, e si può raggiungere partendo da Gaino seguendo la via delle Camerate per Persegno. Poco oltre questa località si trova un bivio chiamato localmente “le vie che spart”. Da qui, a piedi, si prende la strada a destra e in un’ora e mezzo circa, passando prima per Campiglio di fondo e Campiglio di mezzo, si giunge a Campiglio di Cima, bellissima località circondata da imponenti faggi e frassini.
     Originariamente appartenne alla famiglia Andreoli, mandriani di Armo (uno dei sei piccoli comuni della Valvestino) che nel XVI° secolo si trasferirono sul Monte Gargnano nella frazione di S.Maria di Navazzo  dove iniziarono le loro molteplici attività prima con l'allevamento del bestiame, poi con lo smercio dei prodotti del caseificio. I guadagni ed i risparmi li impiegarono in acquisti di pascoli e boschi tra cui i Ronchi, Cessamale, le Folgherie, gli Albaredi, Montepiano, Maernì, le Luvere, la Selva oscura, le costiere e le pendici settentrionali del Forzòlo e, naturalmente, Campiglio di Sopra o di cima.
     Fu in quest'ultima località che crearono la malga  costruendo alcune case e una piccola cappella dedicata a S.Maria della neve.
     Divenuta numerosa e facoltosa, la famiglia Andreoli si spostò a Toscolano costruendo la casa "Fossati", e acquistando altri poderi. Passati poi nel campo dell'industria cartaria con la realizzazione della cartiera di "Maina" (cioè quella  passata successivamente ai Maffizzoli)  fu abile ed intraprendente al punto da commercializzare il loro prodotto perfino a Costantinopoli.
     Donato Fossati (storico locale) che ci ha tramandato queste notizie della famiglia Andreoli,  discese appunto da loro per ramo femminile.
     Gli Andreoli furono sepolti, com'era abitudine in quel tempo per gli appartenenti alle grandi famiglie, nella Chiesa di S.Maria del Benaco a Toscolano.
     L'Azienda delle Foreste, attuale proprietaria dei fabbricati e dei terreni circostanti ha dato inizio al loro recupero tramite l'opera volontaria degli alpini della "Montesuello" dei tre edifici è stato ristrutturato grazie appunto all'opera degli alpini. Successivamente anche gli altri due furono completamente sistemati. Il fabbricato principale, composto di tre piani, è stato dedicato al Battaglione Alpino VALCHIESE. In esso sono state ricavate ampie sale da pranzo ed alcune salette, nonché la cucina ed una zona notte. Al Battaglione Alpino VESTONE è dedicato l’altro fabbricato dove sono installate camerate di tipo militare con letti a castello nonché alcuni locali che saranno a disposizione dell’Azienda Regionale delle Foreste. Infine al Battaglione Alpino MONTESUELLO è stata dedicata l’antica “casera” che per tutto l’anno funzionerà da bivacco. In tutto sono stati ricavati circa cinquanta posti letti
 E’ stata anche predisposta una piazzola per l'atterraggio di un elicottero in caso d’operazioni per lo spegnimento degli incendi.
     Anche la piccola chiesetta che nel corso degli anni, per incuria e per le intemperie, si era ridotta ad un cumulo di macerie, è stata – sempre a cura degli stessi alpini – ricostruita prendendo così la sua fisionomia precedente.Al posto dei due dipinti originari, l’artista Angiolino Aime, ha predisposto un bassorilievo che rappresenta la figura della Madonna con ai piedi S.Gaetano che richiama appunto il contenuto dei dipinti scomparsi.
     La Regione ha finanziato la fornitura del materiale edilizio per circa 400 milioni.
     Tutto il complesso, completamente ristrutturato dagli Alpini è stato inaugurato Domenica 1° ottobre 2000 alla presenza d’Autorità Civili,Militari e Religiose e numerosi simpatizzanti. In rappresentanza degli Alpini protagonisti di questa grande opera era presente il Presidente Nazionale degli stessi Giuseppe Parazzini.
     Ora il rifugio sarà aperto a chiunque con criteri d’ospitalità e disponibilità secondo le regole degli alpini.
     Il gruppo alpini della “Montesuello” gestirà questi edifici  per venticinque anni.


                                Andrea De Rossi

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