giovedì 1 agosto 2013

7 APRILE 1958, LA FRANA DEL “Rovinato”



Sembra sia successso ieri. Invece da quel 7 aprile 1958 è trascorso più di mezzo secolo. Era la giornata di Pasquetta ed il tempo piovviginoso. Il transito degli autoveicoli sulla statale era abbastanza sostenuto, anche se molto inferiore a quello dei giorni festivi, causa il maltempo.
Verso le ore 12,30 il transito veicolare s’arrestò improvvisamente. Subito ho pensato che fosse successo qualche incidente.
A quell’ora mi trovavo seduto a tavola per il pranzo ed ero rivolto verso Fasano e dalla finestra che mi stava di fronte, ho potuto osservare una colonna ferma di automezzi sulla destra, diretta a Fasano, mentre la corsia opposta era completamente deserta.
            Mentre stavo pensando cosa fosse successo, improvvisamente un grande pezzo di collina sottostante la chiesa di Maclino si staccò lentamente invadendo la  strada statale, per poi scaricarsi nel lago.  Un fatto impressionante che per alcuni anni non ho più potuto togliermi  dalla mente.
            Venni in seguito a sapere che l’evento franoso era stato prima preceduto dalla caduta di sassi sulla statale  bloccando la circolazione ed evitando così danni a persone e a cose.
            Da quel preciso momento ebbe inizio l’isolamento non solo di Toscolano Maderno, ma anche di tutti gli altri paesi posti più a nord. Per giungere quindi a Maderno o negli altri paesi con automezzi, si doveva effettuare nientemeno che il giro del lago, oppure salire per la Valsabbia fino a Tione e da lì scendere a Riva per imboccare la Gardesana occidentale. Mentre, a piedi, si poteva salire a Maclino attraverso il sentiero della “Rocchetta” per poi scendere a Maderno o attraverso il ripido sentiero del “Proch”, oppure seguire la strada carrozzabile.
            Anche se questo fu un evento eccezionale, era però fra quelli prevedibili. Non per niente la strada a lago che collega Fasano con Maderno è sempre stata chiamata “Rovinato”, o “Ruinà” in dialetto perché fu sempre stata soggetta a frane. Così anche l’antichissimo sentiero che da sotto la chiesa di Maclino scende verso la statale è sempre stato chiamato “Procho” o “Proch” riferentesi al termine tedesco “broken” che significa appunto rotto o rovinato.
            Per lo spostamento delle persone che avevano urgente necessità di recarsi oltre la frana, furono subito utilizzate alcune barche di pescatori, successivamente sostituite da un servizio straordinario di battelli. Con parecchi mezzi meccanici l’ANAS diede inizio subito al lavoro di sgombero del materiale franoso, parte scaricandolo a lago e parte portandolo sulla spiaggia verso Maderno, cancellandola così definitivamente. Quando tale lavoro fu giunto a buon punto, durante la notte avvenne un altro smottamento di terreno che seppellì numerosi mezzi. Il lavoro riprese da capo e non ricordo esattamente quanto durò l’interruzione, certamente parecchie settimane, prima che la nuova strada che disegnava una curva (prima era quasi rettilinea) fosse aperta al traffico.
            In seguito a tale inconveniente il turismo ed il commercio locale subirono notevoli danni.Le autorità dell’epoca assicurarono che avrebbero provveduto alla costruzione di una adeguata strada a monte, ma, dopo cinquant’anni, ciò non è più avvenuto.

                                                                                                                Andrea De Rossi
                                   

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