Donato Fossati nella sua interessante opera “Benacum
– Storia di Toscolano” accenna brevemente che un suo antenato, Don Francesco De
o Di Fossato, Arciprete di Toscolano, verso la fine del 1400 ospitò nella
canonica e precisamente nei giorni 18 e 19 marzo 1490 la marchesa di Mantova
Isabella d’Este in Gonzaga e la cognata
Elisabetta Gonzaga, duchessa di Urbino moglie di Guidobaldo da Montefeltro,
accompagnate da un numeroso seguito.
Questo
luogo fu citato da Marin Sanuto, storico veneziano del XV secolo nel suo “Itinerario
per la terraferma veneziana del 1483”
con la seguenti parole: “et un Prete
Francesco di Fossato à una casa bellissima et soave di zedri et granati,
giardini molto excelenti”. Nel 1599 anche Bongiani Gratarolo nella “Storia
della Riviera di Salò” descriveva così l’attuale canonica di Toscolano dove,
nel 1490, fu ospite Isabella d’Este: “Appresso
detta chiesa,(di Toscolano) vi è un
palagio molto commodo di stanze, il quale perché fu fabbricato da un Vescovo di
Brescia, è sempre stato posseduto dai suoi successori, si dice il Vescovato”.
Nella
storia dei Gonzaga ho trovato numerosi
particolari di questa gita sul lago.
Isabella,
figlia di Ercole d’Este duca di Ferrara, fu la più grande donna del
Rinascimento italiano. Non era una donna bellissima, come dicevano i
cortigiani, ma con una intelligenza prestigiosa e che si distingueva in tutti i campi: nell’arte,
nella musica e nella danza.
Il
suo ritratto originale, qui riprodotto,dipinto da Leonardo da Vinci, si trova
al Museo Louvre di Parigi.
Il
12 febbraio 1490, a
soli sedici anni, sposa il marchese di Mantova Francesco Gonzaga. In quel tempo
Francesco Gonzaga era al servizio della Repubblica di Venezia per cui,
trascorsi pochi giorni di luna di miele con Isabella, si distolse ben presto
per dedicarsi ai suoi incarichi ed in particolare agli esercizi venatori.
Verso
i primi di marzo dello steso anno, prima di lasciare per l’ennesima volta la
propria sposa, consigliò alla stessa, per distrazione, una gita, che in quel
tempo rappresentava un grande viaggio, sulla Riviera del Garda che era
considerata un vero paradiso. Il consiglio del marito lo accettò subito e, con
il suo spiccato senso organizzativo, mandò immediatamente sul posto un suo
agente, Alessandro di Tommaso, perché predisponesse per gli alloggi e le altre
necessità della piccola comitiva, ma che in realtà raggiungeva quasi un
centinaio di persone. Era un sogno che Isabella voleva che ad ogni costo si
avverasse. Dovendosi recare in territorio di pertinenza della Serenissima,
Isabella informò del suo progetto le autorità venete di Verona pregandole di
impartire le necessarie disposizioni affinchè a Sirmione fossero disponibili le
necessarie imbarcazioni nonchédi interessarsi presso l’Arciprete di “Santa
Maria di Benaco” di Toscolano affinchè venisse accolta nella sua casa assieme
alla cognata e si disponessero alloggi, per il loro seguito, nelle immediate
vicinanze.
Il
18 marzo 1490 la marchesa Isabella ,con tutto il suo seguito partì da Goito e
raggiunse prima Desenzano, dove finalmente potè ammirare il lago. Dopo il pranzo si trasferì a Toscolano,
ospite dell’Arciprete e qui passò la notte. Il giorno successivo, con le
imbarcazioni messe a disposizione dalle autorità venete, tutta la comitiva raggiunse
Sirmione e, successivamente, a mezzo di cavalli ritornarono nel castello di
Goito e poi a Mantova.
Isabella
conservò un ricordo tanto bello di questa gita sul lago che nel settembre dello
stesso anno ritornò, ed in particolare di quel buon pesce che gli fu offerto
dall’Arciprete di Toscolano. In ogni posto ove la marchesa si fermò, non
ripartì mai senza l’offerta, da parte degli ospitanti, di doni come agrumi e
pesci.
Andrea De rossi
Andrea De rossi
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