martedì 20 agosto 2013

ISABELLA D'ESTE OSPITE A TOSCOLANO



Donato Fossati nella sua interessante opera “Benacum – Storia di Toscolano” accenna brevemente che un suo antenato, Don Francesco De o Di Fossato, Arciprete di Toscolano, verso la fine del 1400 ospitò nella canonica e precisamente nei giorni 18 e 19 marzo 1490 la marchesa di Mantova Isabella d’Este  in Gonzaga e la cognata Elisabetta Gonzaga, duchessa di Urbino moglie di Guidobaldo da Montefeltro, accompagnate da un numeroso seguito.
            Questo luogo fu citato da Marin Sanuto, storico veneziano del XV secolo nel suo “Itinerario per la terraferma veneziana del 1483” con la seguenti parole: “et un Prete Francesco di Fossato à una casa bellissima et soave di zedri et granati, giardini molto excelenti”. Nel 1599 anche Bongiani Gratarolo nella “Storia della Riviera di Salò” descriveva così l’attuale canonica di Toscolano dove, nel 1490, fu ospite Isabella d’Este: “Appresso detta chiesa,(di Toscolano) vi è un palagio molto commodo di stanze, il quale perché fu fabbricato da un Vescovo di Brescia, è sempre stato posseduto dai suoi successori, si dice il Vescovato”.
            Nella storia dei Gonzaga ho trovato numerosi  particolari di questa gita sul lago.
            Isabella, figlia di Ercole d’Este duca di Ferrara, fu la più grande donna del Rinascimento italiano. Non era una donna bellissima, come dicevano i cortigiani, ma con una intelligenza prestigiosa  e che si distingueva in tutti i campi: nell’arte, nella musica e nella danza.
            Il suo ritratto originale, qui riprodotto,dipinto da Leonardo da Vinci, si trova al Museo Louvre di Parigi.
            Il 12 febbraio 1490, a soli sedici anni, sposa il marchese di Mantova Francesco Gonzaga. In quel tempo Francesco Gonzaga era al servizio della Repubblica di Venezia per cui, trascorsi pochi giorni di luna di miele con Isabella, si distolse ben presto per dedicarsi ai suoi incarichi ed in particolare agli esercizi venatori.
            Verso i primi di marzo dello steso anno, prima di lasciare per l’ennesima volta la propria sposa, consigliò alla stessa, per distrazione, una gita, che in quel tempo rappresentava un grande viaggio, sulla Riviera del Garda che era considerata un vero paradiso. Il consiglio del marito lo accettò subito e, con il suo spiccato senso organizzativo, mandò immediatamente sul posto un suo agente, Alessandro di Tommaso, perché predisponesse per gli alloggi e le altre necessità della piccola comitiva, ma che in realtà raggiungeva quasi un centinaio di persone. Era un sogno che Isabella voleva che ad ogni costo si avverasse. Dovendosi recare in territorio di pertinenza della Serenissima, Isabella informò del suo progetto le autorità venete di Verona pregandole di impartire le necessarie disposizioni affinchè a Sirmione fossero disponibili le necessarie imbarcazioni nonchédi interessarsi presso l’Arciprete di “Santa Maria di Benaco” di Toscolano affinchè venisse accolta nella sua casa assieme alla cognata e si disponessero alloggi, per il loro seguito, nelle immediate vicinanze.
            Il 18 marzo 1490 la marchesa Isabella ,con tutto il suo seguito partì da Goito e raggiunse prima Desenzano, dove finalmente potè ammirare il  lago. Dopo il pranzo si trasferì a Toscolano, ospite dell’Arciprete e qui passò la notte. Il giorno successivo, con le imbarcazioni messe a disposizione dalle autorità venete, tutta la comitiva raggiunse Sirmione e, successivamente, a mezzo di cavalli ritornarono nel castello di Goito e poi a Mantova.
            Isabella conservò un ricordo tanto bello di questa gita sul lago che nel settembre dello stesso anno ritornò, ed in particolare di quel buon pesce che gli fu offerto dall’Arciprete di Toscolano. In ogni posto ove la marchesa si fermò, non ripartì mai senza l’offerta, da parte degli ospitanti, di doni come agrumi e pesci.

                                                                                                         Andrea De rossi


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