Lasciata la frazione di Sanico, salendo verso la cima del monte Pizzocolo (mt.1581), si giunge prima alla località "S.Urbano" a quota 872 s.m. dove si trova l'omonima chiesetta costruita molto tempo prima del 1381, come affermato nell'atto notarile 17.10.1381 del Notaio Bartolomeo BONAVENTURA (lodo arbitrale tra i comuni di Maderno e Toscolano per la suddivisione delle acque del torrente Toscolano necessarie al funzionamento delle cartiere) come tangibile segno di devozione e di ringraziamento al santo patrono dei boscaioli, per lo scampato pericolo di una pestilenza che aveva colpito duramente uomini e armenti. Per alcuni decenni , finchè durò il ricordo del male, rimase viva la sua funzione religiosa, ma già verso la fine del XV secolo essa decadde a tal punto che nel 1498 il Comune ne ordinò la chiusura, stante il fatto che veniva adibita a ricovero animali.
Anche il Cardinale Carlo Borromeo salì fino al tempio, ma visti lo stato d'abbandono ed il degrado così avanzato, ne decretò la definitiva sconsacrazione. Il fatto non deve essere sfuggito al Grattarolo che nella sua opera, al libro terzo, parlando del Monte Pizzocolo o Monte Acuto dice: "Sopra essi monti non molto lontano da questo Pizzocolo, è una chiesa di S.Urbano dalla quale si discopre Paese assai verso ponente, e verso levante, perchè dall'altre parti, sono cime che lo sovranzano. Si assicura che in essa non praticano ne Ragni ne Topi; si come a Roma nel tempio di Hercole non praticavano ne cani ne mosche:"
Queste drastiche misure di sconsacrazione sortirono l'effetto di far rinascere la sopita fede religiosa e, per questo, furono eseguite le necessarie riparazioni: seguì una seconda consacrazione del luogo di culto che divenne anche meta delle rogazioni (pocessioni che si svolgevano all'inizio della primavera per implorare la protezione della campagna).
Nel 1614 fu decorata con una pala del Santo e nel 1639 un certo Erculiano Usardi ottenne l'autorizzazione di ritirarsi, per vivere in penitenza nella vicina casa del comune.
Seguì un nuovo periodo di decadenza in cui ritornò la vecchia usanza di utilizzare la chiesa come ricovero o magazzino, finchè nel 1928 il comm. Bianchi, divenuto proprietario del terreno circostante, decise di demolire il vecchio e ormai irricuperabile fabbricato che si trovava presso il "roccolo" e di costruire un altro nei pressi della casa, ancor oggi in ottime condizioni..
Andrea De Rossi
Andrea De Rossi
Schizzo dell'altare della chiesetta di S.Urbano di mio padre Giovanni De Rossi, quando, tanti anni fa, dipinse
il tempietto.
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