Figlio di operai, dopo aver frequentato la terza elementare, entrò come apprendista in una bottega di falegname. In seguito decise di arruolarsi nell’Arma dei Carabinieri, dedicandosi agli studi classici e linguistici nei momenti liberi.
Fu
durante questi momenti che cominciò ad appassionarsi di teatro e, ancora
ventenne, scrisse i “Drammi interni” che cercò, inutilmente, di far
rappresentare a Torino. Terminato il servizio militare, si congedò come brigadiere,
emigrò a Parigi dove venne a contatto con ambienti artistici-letterari facendosi conoscere per le sue composizioni.
Ritornato
in Italia, entrò nella redazione del quotidiano “La Perseveranza” di
Milano e fu tra i primi convinti esaltatori di Gabriele D’Annunzio, tanto che
ne divenne suo segretario. Fu il Poeta che lo spronò a togliere finalmente dal
cassetto una delle sue tragedie “Nerone” scritta nel 1913, messa in scena a Parma
nel 1923 dalla compagnia teatrale di Amedeo Chiaritoni, con notevole successo.
Le
sue opere teatrali più significative sono: “I diritti dell’amore”, “Il
Prof.Engel”, “Virginia”, “Figli di Caino”, “Il redivivo” e numerose altre.
Ritiratosi
nella frazione del Bornico di Maderno, continuò gli studi, nonostante un male
inesorabile lo avesse colpito. Sei mesi prima di morire aveva terminato una
tragedia in quattro atti: “Erode” rappresentata poi dopo la sua morte.
Andrea De Rossi
Bibliografia.
Enciclopedia Bresciana di Fappani
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