giovedì 1 ottobre 2015

STATUTI RIVIERA BRESCIANA


Nella ricerca di notizie storiche locali, ho avuto la fortuna di trovare l’immagine della copertina usata degli Statuti della Riviera Bresciana ed, in questo caso, anche di quelli del comune di Polpenazze risalenti al 1620. Questo documento era in possesso di un amico, con il quale abbiamo in comune la passione per la storia locale, che mi ha gentilmente concesso di ricopiarla.
            In effetti, gli Statuti della Riviera bresciana furono stampati in lingua latina per la prima volta a Portese nel 1489/1490 dal tipografo Bartolomeo Zani. Successivamente, nel 1620, sempre in lingua latina, fu redatto dal cappuccino di Gazzane, Mattia Bellintani “Statuta Criminalia Riperiae Salodii”. Sulla copertina, che ho ritrovato, è raffigurata la SS. Trinità: il Padre, il Figlio con lo scettro e lo Spirito Santo rappresentato dalla colomba. A lato sta la Vergine  che contempla la SS. Trinità. Sotto vi sono inginocchiati: a destra il Cardinale S.Carlo Borromeo, Protettore di Salò; a sinistra S.Ercolano Vescovo, Protettore della Magnifica Patria ed al centro è posto il motto “Justitia e coelo prospexit” ( La giustizia ha guardato dal cielo). Più in basso la dicitura “Communitas Riperiae” (Comunità della Riviera) l’Ente che ha emesso gli Statuti, con l’immagine della Giustizia che nella mano destra tiene la spada ed in quella di sinistra la bilancia. Questi statuti furono stampati a Salò da Bernardino Lantoni, originario di Gazzane, richiamato a Salò dalla Magnifica Patria, (che gli fornì perfino un prestito) da Milano dove svolgeva la sua attività. Lo stesso Lantoni, nel 1626, ripubblicò gli Statuti in lingua italiana. Grande è stata la mia sorpresa quando ho notato che questa copertina riproduceva immagini di Santi mai trovate su documenti di carattere amministrativo.
            Per meglio comprendere il significato di questa stampa, in breve, è necessario ricostruire la storia di quei tempi, quando eravamo dominati dalla Repubblica veneta.
La Riviera occidentale del Garda, dopo le tristi vicende con i Visconti e gli Scaligeri, offrì la propria sottomissione alla Serenissima a condizione che gli fossero confermati alcuni privilegi, tra i quali l’indipendenza da Brescia, l’integrità del territorio e l’esenzione da oneri reali e personali. Fu il Doge Francesco Foscari che accolse queste richieste emettendo un Decreto in data 13.5.1426 contenente trentatre capitoli che, uniti ai trentotto concessi dallo stesso Doge il 19.12.1440, formarono la carta costituzionale dell’antica Patria di Salò che prese il nome di “Magnifica Patria”. Il suo territorio comprendeva 34 comuni divisi in sei Quadre: di Gargnano, di Maderno, di Salò, di Montagna, di Valtenese e di campagna, oltre ad otto piccoli comuni che però non facevano parte del governo. Polpenazze, quindi, apparteneva a quella di Valtenese. Dunque complessivamente 42 comuni, 174 villaggi e 60 mila abitanti. Si costituì così il consiglio della Patria che in un primo tempo si radunò a Maderno, poi definitivamente a Salò. Nella prima metà del XV° secolo la Magnifica Patria fu quindi un’entità amministrativa inserita nel sistema dello Stato veneziano vicino alle due unità confinanti di Brescia e Verona, motivo per il quale si rese necessario pubblicare gli Statuti. Questi, salvo lievi modifiche, durarono dal 1426 al 1797, anno della caduta della Serenissima e furono confermati dall’arcivescovo Giovanni Visconti. Inizialmente fu stabilito che il Capitano, che da Venezia era mandato a reggere la Riviera, doveva abitare un anno a Maderno e uno a Salò, ma questa norma durò poco tempo perché nel 1473 cessò tale consuetudine ed il Capitano si trasferì definitivamente a Salò, nonostante le opposizioni avanzate dai Madernesi. Questa decisione fu presa dal provveditore Antonio Contarini che, in seguito alla facoltà concessagli del governo, scelse definitivamente Salò.
   Ogni  comune appartenente a questa comunità ebbe poi dei particolari Statuti. Per quanto riguarda quello di Maderno non ne esiste più alcuna traccia, mentre furono pubblicati quelli di Tignale, Manerba, Soiano e Polpenazze.
   Il Consiglio Generale della Magnifica Patria, nell’adunanza del 6 luglio 1466 elesse patrono del territorio della stessa comunità S.Ercolano, obbligando a celebrare con festa di precetto l’annua memoria il giorno 12 agosto. Nel 1677 tale dedicazione fu sancita con Decreto del vescovo di Brescia Marino Giorgio e di quello di Verona Sebastiano Pesaro sotto la giurisdizione del quale appartenevano alcuni comuni della Valtenesi. Questa obbligazione cessò con la caduta della Repubblica veneta nel 1797.





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