Nel 1998 è stata decorosamente
sistemata buona parte dell'interessante materiale archeologico che da tempo si
trovava disseminato nel giardinetto prospiciente la Canonica di Maderno e che
proveniva in gran parte dalla vicina Chiesa romanica. A questo è stato aggiunto
altro materiale proveniente dai resti del castello di Maderno e dalla villa
romana di Toscolano, recuperati in occasione dei vari scavi effettuati per la
realizzazione della rete fognaria.
Tra tutti i pezzi che oggi fanno
bella mostra di sé‚ sul lato destro del giardino della Canonica, ci vogliamo
occupare del "piedestallo della
crocetta", così veniva chiamato, nelle vecchie mappe del secolo scorso
e precedenti, quel troncone di colonna in pietra con scolpite una croce e la
data del 1670, che oggi appare coricato. Un'ara romana, come afferma lo storico
Guido Lonati nelle sue memorie su Maderno, che fu poi adibita dai Frati della
Religione a reggicroce, come testimonia ancora il foro posto al centro del
basamento. Recuperato probabilmente, con tanti altri pezzi, fra i resti della
villa romana di Toscolano, fino agli inizi di questo secolo il piedistallo si
trovava in fondo al Lungolago di Maderno, vicino al maestoso platano (il
piantù), nella località che proprio dallo stesso prese il nome "la
crocetta".Questo era anche il nome dell'unica via che in quei tempi
portava direttamente al lago attraverso la campagna partendo dal Borgo di Maderno,
già località "Pozzo", attraverso l'attuale Via Vitali (dove si trova
l'Asilo) e le vecchia strada di campagna del Cimitero (ora Via Foscolo) fino al
lago.
Ma chi aveva collocato in quel luogo
il piedestallo e perchè? Si ritiene siano stati i Frati di Via Religione e
precisamente, in considerazione della data scolpita (1670), i Frati AGOSTINIANI
di S.Salvatore di Brescia, divenuti Canonici lateranensi di S.Afra, che
rimasero sul posto fino al 1772. Questi ultimi erano succeduti alle monache di
S.Croce in Venezia, mentre i Frati Domenicani, che per primi s’insediarono alla
"Religione" fondando l'Abbazia domenicana, se n’erano andati già da
quasi due secoli.
Poiché il loro Monastero (Religione)
si trovava molto vicino e collegato al luogo in questione grazie ad un antico
guado sul torrente Toscolano, si può pensare che la colonna fosse stata
collocata dai Frati come meta delle loro processioni, per servire come
reggicroce.
E' interessante osservare come la
croce e la data siano stati scolpiti sulla colonna capovolta, con la base
rivolta verso l'alto. Per quale motivo? Molto probabilmente per la medesima
ragione per cui alcuni bassorilievi d’origine pagana furono murati capovolti
nell'edificazione della Chiesa romanica, e cioè per sottolineare il disprezzo
per la loro origine.
In occasione della recente
sistemazione si pose dunque il problema di come collocare il pezzo. Con la base
rivolta verso il basso, come richiedeva l'origine della colonna romana, oppure
capovolto com’era usato dai Frati?
Per rispettare e ricordare la sua
storia ed il suo duplice utilizzo nel corso di quasi duemila anni, è stato
deciso di collocarlo in posizione orizzontale e ciò grazie alla competenza e
all'interessamento del compianto Prof.Roberto Bottoli.
Vorrei proporre un’ipotesi che
ritengo collegata al suddetto piedestallo della crocetta. Sulla muraglia della
casa sita all'angolo di Via Cavour con Via Sacerdoti (località orologio)
contrassegnata dal civico numero 8-10 si osservano incastrate diverse pietre
bugnate che si presume siano di provenienza del castello di Maderno per la loro
particolare conformazione. In una di queste vi è scolpita una croce simile a
quella del piedestallo sopra descritto che si trova nel giardino della
canonica.
Non potrebbe essere stata incisa
anch'essa dagli stessi Frati che consideravano questo luogo un altro punto di
sosta o d’arrivo delle loro processioni? D'altra parte, questa pietra con
incisa la croce, è poco distante dall'inizio della Via Crocetta, ora divenuta Via
Vitali.
A sostegno di quest’ipotesi ci sono
anche le date. Infatti, il castello, divenuto palazzo del Vicario durante la
dominazione veneta, fu distrutto da un incendio il 25/8/1645 e da quell'epoca
gli scheletri delle sue muraglie furono prelevati da chiunque ed in buona parte
disseminati nel paese per essere usati a rinforzare o completare alcune case.
Solo 25 anni quindi separano la data
del 1670, incisa nel piedestallo della crocetta, con quella dell'inizio del
disfacimento del castello e questo ci fa presumere che l’ipotesi sopra
descritta possa anche corrispondere alla realtà.
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