L'amico Giovanni Saletti, esperto in informatica (fu colui che ha saputo rintracciare sul Web il quadro che Churchill fece nel golfo di Maderno nel 1949) anch'esso curioso- come tanti altri - di sapere a chi appartiene quel brano di poesia posto sulla casetta di Campiglio di fondo in quel di Toscolano, è riuscito ad ottenere il risultato sperato, non solo, ma anche l'intera poesia nella quale è contenuto il brano.
Lo stesso mi ha scritto:
Campiglio (Campèi) di Fondo e
Nella
valle di Campiglio, a 793
metri di altitudine, circondato dall’aspra mole del
Pizzocolo, dello Spino e dello Zingla e dai verdi Pracalvis ed Alberelli, sorge
il casale della malga di Campiglio (Campèi) di Fondo. Di proprietà demaniale e
in gestione ad ERSAF, è stato recentemente ristrutturato e utilizzato come
alpeggio dalla Scuderia Castello di Gaino.
Come
il borgo di Campiglio di Cima e il più piccolo Campiglio di Mezzo, il casale di
Campèi di Fondo ha le sue origini nel 1600, ed era tra i possedimenti della
famiglia Andreoli da Armo, mandriani che in seguito fecero fortuna con
l’industria cartaria a Toscolano.
Negli
anni ottanta ho frequentato più volte la malga; mi ha sempre incuriosito la
lapide murata sul lato dell’edificio che si affaccia sulla valle. Riporta i
seguenti versi:
“E
nella pace dell’immensa sera / l’anima solitaria si riposa / e in se stessa
raccolta crede e spera / G. Deabate”.
Giuseppe
De Abate nacque a San
Germano Vercellese il 31.01.1857. Poeta e giornalista, lavorò come cronista
alla Gazzetta del Popolo. Nel 1898 pubblicò il volume di poesie "Il
Canzoniere del villaggio", ispirata dai ricordi di gioventù passati nel
suo borgo natìo. Da quest’opera sono tratti i versi riportati sull’iscrizione
della malga di Campèi. Il volume fu ben accolto all’epoca e diede al Deabate
una certa fama che gli consentì di pubblicare sulle maggiori riviste italiane
del tempo, non solo versi poetici ma anche opere di prosa. Morì a Torino il 15 marzo 19 28.
Stando a quanto
riferitomi dal signor Francesco Garbi di San Germano Vercellese, che ringrazio
per la disponibilità, Giuseppe Deabate trascorse la sua vita in Piemonte da cui
non risulta essere uscito neanche per brevi periodi. I luoghi che più
frequentava e da cui traeva ispirazione per le sue innumerevoli poesie erano i
monti del Biellese e la campagna vercellese. Non sembra esistere alcuna
connessione tra il Deabate e la nostra zona. Sappiamo solo della sua amicizia
con lo scultore Leonardo Bistolfi (1859-1933), che a Maderno realizzò il
monumento a Giuseppe Zanardelli, conosciuto ai più come “la Bella Italia ”.
Riporto qui di
seguito il testo integrale della poesia “Tramonto invernale”:
TRAMONTO INVERNALE
Fumano su dall’acque
addormentate
Vermiglie nebbie e
gli ultimi orizzonti;
Dal novissimo sole
illuminate
Scintillan le
finestre e gli ardui monti;
Guizza pei campi,
pei sentier, pei fonti
La nostalgia della
morte estate,
Come ruga sottil su
per le fronti
Da meste ricordanze
addolorate.
Qualche passero sol
fugge e si lagna
Cacciato dalla fame
e dalla brezza….
E lungi per la
squallida campagna.
Dove muore la voce e
muore il verde…
Una lunga canzon di
giovinezza
Melanconicamente si
disperde.
Dalle siepi, dal
suol, lungo il viale;
Pei nudi rami
supplicanti il sole.
Un brivido di freddo
umile sale….
Un desiderio di
fiorite aiuole.
Dormono intanto
nelle ardenti sale
Gli amor nati col
marzo e le viole,
Dormono attorno
attorno l’invernale
Sonno le piante
ischeletrite e sole.
Cala la sera, e un
senso di tristezza
Pesa sul mondo;
tutto tace e posa
In una mesta e
placida dolcezza….
E nella pace
dell’immensa sera
L’anima solitaria si
riposa
E in se stessa
raccolta crede e spera
veduta di Campei di fondo
La foto del poeta
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