Erano forni a forma di botte costruiti con pietre inserite nel terreno fino a metà con dimensioni di circa 3-5 metri di diametro e 2.4 di altezza, e servivano per produrre la calce necessaria all’edilizia. Sotto si scavava una fossa per porre la legna da riscaldare il forno, mentre sopra vi era una base di appoggio per deporvi la pietra calcare da cuocere. Il tutto veniva ricoperto da rocce o zolle di terra. Per ottenere la calce il fuoco doveva raggiungere una temperatura di 900 gradi ed era necessaria una settimana per ottenere il risultato. La pietra calcificata, dopo essere stata estratta ancora intera dal forno, ma con un peso dimezzato, veniva posta in una buca e spenta con l’acqua. Un procedimento che portava la calce in ebollizione a circa 400 gradi, polverizzandola e rendendola pronta all’uso. Questi forni venivano costruiti vicini ad una strada allo scopo di facilitare il trasporto sul posto delle rocce calcaree necessarie per ottenere la calce.
Le calchere, o fornaci sono ora scomparse. Nella foto si possono vedere i resti di una antica fornace che si trova a Maderno, nei prati di San Martino,sulla strada che conduce a Maina. Altre ne esistono presso la Rocca di Sanico ed in località “Piardel de la cesa”+
Queste opere architettoniche rurali antiche avremmo il dovere di conservarle e consegnarle nei migliori dei modi alle future generazioni in modo che le nostre tradizioni non si perdano nel tempo..
Andrea De Rossi
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