venerdì 28 febbraio 2014

MIO PADRE LAVORO' NELLA VILLA DEL DUCE A GARGNANO NEL 1943




            Da alcuni anni la nota Villa Feltrinelli di Gargnano che ospitò Mussolini e la sua famiglia durante il periodo della R.S.I. è stata trasformata in un lussuoso albergo, divenendo questo luogo un tassello importante della nostra storia.
        La notizia mi ha rammentato che mio padre, un tempo noto pittore-decoratore della zona,fu “chiamato” ad eseguire alcuni lavori urgenti di pittura nella suddetta villa.
        Lo conferma anche un documento in mio possesso (che qui sotto riporto) datato 4 novembre 1943 rilasciato appunto a mio padre, Giovanni De Rossi, (indicato erroneamente in Rossi sul permesso) dal Comando Militare tedesco di Gargnano e controfirmato da Renato Tassinari, Segretario particolare del Duce. Si tratta di un permesso speciale scritto in tedesco ed italiano valido fino al giorno 6 dello stesso mese, per entrare nella Villa Feltrinelli di Gargnano a scopo di lavoro dove dal 10 ottobre era ospitato il Duce e la sua famiglia.
            Erano trascorsi appena venticinque giorni dall’arrivo di Mussolini, da poco liberato dai tedeschi dalla prigione del Gran Sasso, quando la mattina del 4 novembre 1943 si presentò a casa mia un Ufficiale tedesco del Comando situato alla Villa Mimosa in località Bornico di Maderno (individuato poi per il sig.Dieme che, dopo la fine della guerra, si trattenne a Maderno con la moglie fino alla sua morte). Con modo gentile, ma con altrettanta fermezza ed autorità, ordinò a mio padre di recarsi immediatamente alla Villa Feltrinelli di Gargnano, per effettuare urgenti lavori. Le pareti esterne della villa erano state da poco ridipinte mimetizzandole con colori scuri affinchè l’edificio sfuggisse all’attenzione dei velivoli anglo-americani. Solo successivamente si erano accorti che erano rimaste escluse le cornici esterne delle finestre le quali, essendo molto chiare, risaltavano ancor più di prima e quindi si dovevano renderle meno evidenti.
            Mancando allora qualsiasi mezzo pubblico o privato, mio padre fu subito caricato su un mezzo militare tedesco e portato a destinazione superando così facilmente tutti i vari posti di blocco italiani e tedeschi che si trovavano sulla strada.
            Nel giro di due giorni svolse il lavoro affidatogli sotto la diretta sorveglianza dei soldati tedeschi adibiti alla sorveglianza di Mussolini.
            Nonostante mio padre fosse pittore decoratore non poteva in quel momento permettersi di rifiutare le sue prestazioni. D’altra parte erano già parecchi anni, data la grave crisi economica, che per poter lavorare era divenuta una fortuna quando  gli si presentava la possibilità di fare l’imbianchino.
            Le cose erano diverse negli anni ‘20 e ‘30 quando per moda e per passione i benestanti amavano decorare le loro ville internamente ed esternamente.
            Ne sono tutt’ora a testimonianza alcuni suoi lavori. A MADERNO l’ex Palazzo Bianchi (ora Hotel Golfo) che venne decorato esternamente in graffito , l’Hotel Milano, la Villa Sirenella di Via Aquilani, la casa ex Vezzoni in Piazza , il soffitto della sala  da pranzo dell’Hotel Maderno dove risaltano i limoni, principale prodotto locale di un tempo, e le porte interne di Villadele, quando era ancora un Albergo di lusso., ed altri ancora cancellati dall’incuria e dal tempo.Quelli dell’Hotel Milano e della ex casa Vezzoni sono  invece stati recentemente restaurati.
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A Gavardo prestò la sua opera, tuttora visibile, alla Casa di Riposo “La Memoria”, divenuta ora Ospedale, poi  in un altare della Parrocchiale e la facciata di una villa  che si trova sulla statale poco distante dal centro.
            Egli lavorò anche in alcune sale del Castello Sforzesco di MILANO e nell’interno della Cattedrale di S.Lorenzo a LUGANO..






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