Come è noto questo prezioso
quadro del 1300 si trova nella basilica romanica di S. Andrea a Maderno e i
madernesi l'hanno sempre definito”La Madonna
del söchèl”, senza l’intenzione di mancare di rispetto alla sacra effige,
perché il cuscino verde sul quale la
Madonna è seduta è simile ad una grossa zucchina. Il quadro fu trafugato il 1° febbraio 1975 e
ritrovato dopo ben 28 anni a Torino, nel gennaio 2003, presso un antiquario,
grazie ad una brillante operazione dei Carabinieri. Perciò era evidente
trattarsi di un furto su ordinazione. Questo fu ciò che la stampa pubblicò.
Su questo blog “Storia di
Toscolano Maderno”, fra i numerosi argomenti, in passato ho inserito anche la vicenda del
trafugamento e del suo successivo ritrovamento a Torino. Per questo motivo il 2 novembre 2014 ho ricevuto dal Dott.
Umberto Pecchini, di Racconigi, Procuratore Legale dell'Associazione “Le Terre
dei Savoia” (che si occupa della valorizzazione culturale e turistica di 53 Comuni nell’ area tra il Monviso e l’Astigiano), un' e-mail con
la quale mi ha precisato di essere stato
lui a ritrovare il quadro e di averlo consegnato ai Carabinieri di Torino,
dando la sua disponibilità a raccontarmi questa complicata storia e a mostrarmi
i documenti in suo possesso. L’ho invitato a casa mia il 7.11.14; si è
presentato con diversi documenti ufficiali e fotografie attestanti quanto da
lui affermato.Il sig. Pecchini mi ha
spiegato di essere stato per decenni frequentatore di un importante antiquario
di Torino presso il quale vide da sempre il quadro in questione, negli ultimi
tempi custodito nella camera da letto, appoggiato sul comodino. Ammirato dalla
straordinaria qualità del dipinto, Pecchini più volte gli chiese, invano, di
venderglielo.
Nel 2002 l’antiquario si ammala
gravemente e decide di mettere all’asta i suoi beni: ne informa in anticipo i
propri clienti e così offre al Pecchini di acquistare la desiderata e preziosa
tavola. La vaghezza sulla provenienza dell’opera induce Pecchini a rivolgersi
preventivamente ai Carabinieri, i quali lo rassicurarono che tale quadro non
risultava tra quelli trafugati: per cui decise di acquistarlo.
Ciò nonostante Pecchini, consapevole della
eccezionalità che una simile opera fosse in libera circolazione, proseguì le
indagini per suo conto, anche tramite la conoscenza del Prof. Miklos Boskovits,
della Biblioteca dell’Istituto Germanico di Storia dell’Arte a Firenze. Così fu
scoperto che quel Paolo Veneziano era documentato, in un’antica pubblicazione,
all’interno della chiesa di Sant’Andrea di Maderno. Pecchini e Boskovits
decisero di informarne la
Soprintendente di Brescia, Dott.ssa Dugoni, e tutta la verità
fu presto ricostruita. L’opera non risultava ai Carabinieri trafugata, ma in realtà trattavasi di furto avvenuto
intorno al 1975.
Venuto a sapere che il quadro era di
provenienza illegittima, come risulta dal verbale 25.10.2002 del Comando Carabinieri Tutela
Patrimonio Culturale di Torino: “il Dott.
Pecchini Umberto, spontaneamente e correttamente, riconsegnava il quadro”.
Il Tribunale di Torino, con sentenza del 9.12.2003, ne ordinava la definitiva
restituzione al Parroco di Maderno, Don Gianfranco Mascher. La morte
dell’antiquario non consentì l’individuazione delle complicità.
Nella
sua visita Pecchini mi ha raccontato altri due episodi documentati, quanto meno
singolari, che lascio alla meditazione dei miei lettori. Durante un furto da
“superspecialisti” subito dall’antiquario torinese, che fece scalpore a Torino,
i ladri persero per le scale il dipinto della Madonna di Paolo Veneziano, senza
accorgersene; così l’antiquario lo recuperò immediatamente.
Altra storia
bellissima: un giorno il quadro che era sul comodino dell’antiquario scivolò da
solo, e improvvisamente, sul pavimento; fu trovato per terra con un lungo e
inspiegabile sfregio trasversale, poi restaurato. Lo scrittore Bongianni
Grattarolo nel secolo XVI racconta in un suo libro di un altro sfregio, che si
verificò quando un giocatore disperato per la perdita di una somma consistente
al gioco, colpì con un coltello il quadro e dal taglio uscì del sangue.
Hanno
ragione i madernesi a ritenerlo
miracoloso.
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