lunedì 26 ottobre 2015

1937 - NUOVO EDIFICIO SCOLASTICO A TOSCOLANO-MADERNO




         Con la costituzione nel nuovo comune di Toscolano-Maderno, avvenuta il 14 giugno 1928 con Regio Decreto n°1527, si rese necessario istituire un unico edificio  scolastico che fu costruito su un terreno agricolo adiacente alla nuova sede Comunale (ex villa di Ettore Bianchi) tra via Cavour e Via Solino, ex territorio di Maderno.
            In questo nuovo edificio furono trasferiti tutti gli alunni delle scuole elementari di Maderno e Toscolano (io personalmente, per ultimo, a Maderno feci la quinta elementare ancora presso la Scuola di Via Benamati). Gli alunni delle frazioni di Maderno e Toscolano continuarono,invece, per alcuni anni a proseguire gli studi presso locali che il Comune aveva preso in affitto nelle frazioni a tale scopo.
            Sono in possesso di un documento ufficiale diramato l’1.11.1937 dal Partito Nazionale Fascista locale con il quale vengono dati gli ordini di servizio per lo svolgimento della cerimonia dell’inaugurazione del nuovo edificio scolastico fissata per giovedì 4 novembre 1937 (XVI Era Fascista), alle ore 16,30. Ad esso  parteciparono, oltre le autorità locali, anche quelle politiche della provincia ed i dirigenti delle Organizzazioni del Regime.
            Da questo documento chiamato “Ordine di servizio” viene disposto che.
1  - L’ammassamento di tutte le Organizzazioni avrà luogo sul Piazzale antistante al nuovo edificio.
2 -  Le Organizzazioni si porteranno sul luogo di ammassamento inquadrate militarmente ed in 
       Corteo partendo dai luoghi di concentramento.
3 -  Sono fissati quattro luoghi di concentramento e precisamente:
       MADERNO –Piazza V.E. – Organizzazioni di Maderno e Montemaderno
       TOSCOLANO – Piazzetta Bernini –Organizzazioni maschili di Toscolano e Frazioni
 Ponte – Organizzazioni Femminili
                                    Campo sportivo – Gioventù Italiana del Littorio dell’intero Comune, escluse
                                      le Giovani Fasciste che si riuniranno al Ponte.
4 – Comanderà il concentramento e dirigerà il corteo delle Organizzazioni di Maderno il fascista                      (omissis): quello di Toscolano: Piazzetta Bernini il Fascista (omissis) – del Ponte la fascista (omissis)- del campo sportivo, l’asp. S.C.M. (omissis)
5 -  Tutti i Capi Associazione ed i Comandanti delle diverse formazioni dovranno ottemperare con                               disciplina fascista agli ordini del Capo concentramento
6 – L’ammassamento delle Organizzazioni nei quattro luoghi di concentramento dovrà essere
       ultimato alle ore 15,45, ora in cui i due cortei dovranno mettersi in movimento.
7. – L’ordine di precedenza nel corteo sarà il seguente: Piccole italiane – Giovani italiane – Giovani 
       Fascisti – Balilla – Avanguardisti – Giovani Fascisti –Donne Fasciste –Massaie rurali – Musica         
       Fascisti – Mutilati – Combattenti – Carabinieri in congedo – Bersaglieri – Alpini – Sindacati
       Industria – Sindacati Agricoltura – Sindacati Commercio – Dopolavoro.
8 -  Arrivando sul Piazzale delle Scuole tutte le formazioni si disporranno a reparti affiancati al
       posto designato come figura nell’allegata piantina.
9 -  Tutti i reparti dovranno essere inquadrati militarmente in formazione ternaria ed alla testa dovrà
       essere posto il gagliardetto scortato da due alfieri: ciascun Comandante dovrà stare sulla stessa
       linea di questa terziglia al lato destro del reparto.
10- Quando le Autorità passeranno davanti a ciascuna formazione, mentre il Comandante darà il
       Saluto al Duce salutando romanamente, il porta fiamma abbasserà l’insegna e gli Organizzatori
       Risponderanno “A Noi!” senza alzare il braccio.
11- Appena tutte le formazioni saranno schierate ogni Capo Associazione o Dirigente di reparto
       consegnerà  al sottoscritto che comanderà l’intero ammassamento, l’allegato modulo compilato
       e firmato, indicando la forza del proprio reparto presente all’adunata.
12- La cerimonia si svolgerà nel seguente ordine:
          a) arrivo delle Autorità al Palazzo Municipale ricevute dal Podestà e dal Segretario del Fascio
          b) rivista allo schieramento: quando il gruppo delle Autorità entrerà nel  Piazzale verrà
              lanciato a mezzo degli altoparlanti un “eja” al quale tutti risponderanno con un poderoso
              “alalà” alzando contemporaneamente il braccio nel saluto romano e subito ribassandolo.
         c) alla rivista seguiranno le diverse cerimonie in programma;
         d) dopo che le Autorità, passando nuovamente davanti allo schieramento si  saranno                                          allontanate, a mezzo degli altoparlanti verrà comandato il “Saluto al Duce” e verranno quindi                      impartiti  gli ordini per lo scioglimento dell’ammassamento.
13 – L’ordine di precedenza per l’inquadramento degli iscritti nelle diverse Associazioni è il
        seguente: Musica – Milizia – Fascisti – Mutilati - Combattenti – Associazioni d’arma –
         Dopolavoro – Sindacati. Per le donne è il seguente: Fasciste – Massaie rurali – Sindacati.
         La Milizia è esonerata dal partecipare ai Cortei e si recherà per le ore 16 sul viale che dal
         Municipio porta al Palazzo Scolastico.
14 -   Ogni dirigente di Associazione dovrà fare l’appello dei propri dipendenti inviandomi entro
         sabato 6 corr. L’elenco nominativo degli assenti ingiustificati  e con a fianco di ciascun nome
         indicato anche l’indirizzo preciso.
         E’ molto chiaro che io esigo l’intervento in massa di tutti gli Organizzati del Comune e gli
         eventuali assenti si troveranno di fronte alla responsabilità del loro atto che sarà a dimostra_
         zione di scarso spirito patriottico e fascista.
15-   Le presenti disposizioni dovranno essere portate a conoscenza di tutti gli Organizzati dipen=
         denti da ciascun Capo Associazione o Comandante di reparto.

                                                                     ==========

            Dopo soli sei anni questo edificio divenne famoso perché fu scelto dalla Repubblica Sociale Italiana costituitasi sulla Riviera del Garda, come uno dei più importanti edifici istituzionali della Repubblica stessa cioè il Ministero dell’Interno (ottobre 1943-aprile 1944).
            Il primo lavoro che fecero i ministeriali della R.S.I. fu quello di mimetizzare le pareti esterne dell’edificio per renderlo meno visibile agli attacchi aerei degli alleati, lasciando invece.intatti gli stemmi dei comuni di Maderno e Toscolano dipinti a suo tempo da mio padre Giovanni, che si trovano in alto sulla facciata principale.
            Nel suo interno, oltre agli Uffici Amministrativi, stabilì il suo personale ufficio l’allora ministro dell’interno Guidi Buffarini Guido che vi rimase fino al 21.2.1945, data della sua sostituzione con Valerio Paolo Zerbino che vi rimase fino alla data della liberazione (aprile 1945) Entrambi furono poi fucilati dai partigiani: Buffarini il 31.5.1945 a Milano e Zerbino il 28.4.1945 a Dongo unitamente agli altri gerarchi.
            Al piano seminterrato avevano invece i loro uffici due altri importanti personaggi politici e militari. Il famoso generale tedesco Kappler ed il Capo della Polizia della R.S.I. Montagna.
            Dopo lo scioglimento della R.S.I. (Aprile 1945) tutti abbandonarono gli uffici lasciando i documenti sparsi sui pavimenti mentre la gente entrava liberamente negli uffici. L’edificio rimase piuttosto malconcio per cui il Comune, con  i modesti mezzi finanziari disponibili, cercò di renderlo nuovamente agibile per l’uso scolastico.
            Nel 1951, in seguito alla grande alluvione del Polesine che costrinse numerosi cittadini ad evacuare, ospitò per diversi mesi, al piano interrato, un centinaio di questi profughi trasformandolo in un grande dormitorio e usufruendo della cucina esistente.
            Successivamente questi locali furono adibiti alla nuova scuola Media che, dopo diversi anni, si trasferì all’Istituto S.Cuore di Maderno fino a quando non fu completata la costruzione a Toscolano di un apposito edificio scolastico, dove venne definitivamente trasferita..


23.10.2015                                                                                        ANDREA DE ROSSI

martedì 20 ottobre 2015

COSTITUZIONE DEL COMUNE DI TOSCOLANO-MADERNO


 L’attuale comune di Toscolano-Maderno, costituito con Regio Decreto 14 giugno 1928 n.1527, che viene riprodotto qui sotto, costituisce la fusione dei due comuni di Maderno e Toscolano esistenti da tempo immemorabile.
 In quel tempo, per ragioni economiche lo Stato abolì i piccoli comuni unendoli ad altri confinanti per costituirne uno solo.
            Ecco l’elenco dei numerosi amministratori che si susseguirono dal 1928 in poi, compresi i due Commissari Prefettizi nominati dalle autorità della R.S.I. dal 1943 al 1945.
 Il Commissario Prefettizio è un organo monocratico di amministratore straordinario del comune o della provincia, nominato in seguito allo scioglimento del Consiglio com.le o prov.le, che ha il compito di amministrare l’ente fino all’elezione del nuovo consiglio e del nuovo Sindaco o Presidente Provincia:

dal 1928 al 1929     -  Podestà      Rag.Giovanni Bonaspetti
dal 1930 al 1931     -      “             Cav.Ettore Bianchi
dal 1932 al 1935     -      “             Cav.G.Battista Ciscato
dal 1936 al 1937     -      “             Sig. Angelo Elena
dal  1938 al 1943    -      “             Dr, Pier Luigi Valdini
 nel  1944             Commiss.Pref.  Dott  Ezio Careri
Aprile-Nov.1944  Commiss.Pref:  Camillo  Andreana
dal 1944 al 1945             “       “    Dott. Aristodemo Bevilacqua
dal 1945 al 1946         Sindaco      Avv. Guido Ragozzi
dal 1947 al 1951             “             Ing, Carlo Benedetti
dal 1952 al 1956             “             Sig. Giuseppe Bompani
dal  1956 al 1960            “             Avv.Ignazio Maffizzoli
dal 1960                          “             Cav. Nino Gaoso
dal 1961 al 1970             “             Sig. Ruggero Manfredi
dal 1970 al 1975             “             Rag. Gian Franco Cavallini
dal 1976 al 1980             “             Sig. Ruggero Manfredi
dal 1981 al 1985             “             Prof.Marco Manfredi
dal 1986 al 1990             “             Sig. Attilio Apollonio
dal 1991 al 1994             “             Prof.Marco Manfredi
dal 1994 al 1998       Sindaco        Ing. Silvano Boni
dal 1999 al 2008             “             Ing.Paolo Elena
dal 2008 al 2013             "             Sig. Roberto  Righettini
dal 2013 al                      “             Sig.ra Delia Castellini




     



martedì 6 ottobre 2015

SCUOLA SERALE PROFESSIONALE A MADERNO NEL 1927


Dal gennaio 1927 una scuola serale professionale fu istituita a Maderno, a cura del DopoLavoro locale, lanciata, fra gli altri,dal sig. Mario Gaioni che riguardavala meccanica, l’edilizia, la falegnameria e la decorazione. Gli Ingegneri Luigi Dubbini e Andrea Visioli vi sovrintendevano e si occupavano anche di ottenere finanziamenti da ditte locali come la      Cartiera, la Tessitura Serica, l’Oleificio Sociale Benacense, la Banca S.Ercolano di Maderno ed i sigg. Visintini..
Insegnanti furono i fratelli Giovanni e Fermo De Rossi. Il primo (mio padre) insegnava “ornato” ed il secondo disegno tecnico.La Scuola era frequentata da circa 40 allievi provenienti anche dai paesi vicini come Gardone e Gargnano.
Inizialmente la sua sede fu il Palazzo Gonzaga, poi furono usati i locali dell’ex Municipio in piazza a Maderno, ed infine quelli dell’Istituto Benamati dove si trovavano le scuole elementari. Purtroppo, con l’inizio dell’ultima guerra, quest’interessante iniziativa cessò la sua attività e non trovò,successivamente, persone che la sostennero o che capirono la sua utilità pratica e sociale.
Dal Giornale del Garda dell’11novembre 1929, si apprende che il giorno precedente fu inaugurata nel Palazzo Gonzaga la mostra dei lavori di disegno eseguiti dagli allievi. Ai più meritevoli, che qui sotto sono elencati, furono distribuiti premi consistenti in libretti di risparmio sui quali vi erano depositate modeste somme, ma che avevano però un notevole significato d’apprezzamento del lavoro svolto.
I° Corso
1° premio a Perini Giovita (edilizia) e Giovanelli Giuseppe (ornato)
2° premio a Tomasi Giuseppe (ornato) e Bertoldi Aldo (edilizia)
3° premio a Bertasio Bortolo (edilizia) e Ferrari Sigismondo (ornato)
4° premio a Bottura Natale (fabbri) e Pellegrini Battista (edilizia)
2° Corso
1° premio a Cappa Leone (edilizia), Pazzoli Giuseppe (ornato) e Bentivoglio Elio (falegnami)
2° premio ad Andreoli Pasquale (ornato) e Beretta Angelo (edilizia)
3° premio a Pilati Fausto (fabbri)
3° Corso
1° premio a Giovanelli Adolfo (ornato)
2° premio a De Rossi Fausto (ornato)
3° premio a Zuradelli Aldo (ornato
4° premio a Benini Bruno (ornato)
5° premio a Sinibaldi Rocco (ornato)
Nello stesso anno ed in quelli successivi altri concittadini molto conosciuti per essersi affermati nelle loro attività lavorative, hanno frequentato con profitto questi corsi.
Ne ricordiamo alcuni, che purtroppo ci hanno lasciato, fra i quali Costante Marsadri e Vasco Belloni di Maderno, Savino Zuradelli e Adolfo Giovanelli di Toscolano


sabato 3 ottobre 2015

SCOPERTE ARCHEOLOGICHE IN VALLE DELLE CARTIERE




            Nella Valle delle Cartiere, circa sei secoli fa, oltre a numerose fucine per la lavorazione del  ferro già esistenti,chiamate allora “ferrarezze”, sorsero le prime cartiere che, nel corso dei secoli successivi, aumentarono  fino a raggiungere nel Seicento il numero complessivo di 160, occupando così ogni piccolo angolo della valle. Il motivo fu uno solo: lo sfruttamento dell’energia idraulica del torrente Toscolano.
            Quando, invece, verso la fine dell’Ottocento fu disponibile l’energia elettrica, gli opifici incominciarono a diminuire e agli inizi del Novecento, quando quasi tutte le cartiere esistenti nella valle erano divenute di proprietà Maffizzoli, questi ritennero economicamente più conveniente per i rifornimenti di materia prima e per lo smercio del prodotto finito, di trasferire la loro attività a Toscolano in località “Capra” costruendo un grande stabilimento. L’energia elettrica per il funzionamento dello stesso era prodotta dalle officine elettriche delle Camerate e delle Garde.
            Fino al 1874, data di costruzione delle gallerie e della strada di accesso, gli opifici della valle si potevano raggiungere attraverso tortuosi sentieri che scendevano da Gaino. Le centinaia di persone, uomini e donne, che lavoravano nelle fabbriche, per abbreviare il percorso, erano costretti a percorrere il pericoloso “sentiero delle assi” posto fra la seriola ed il letto del fiume. Il sentiero prese questo nome perché, per raggiungere le varie cartiere poste alcune sulla riva destra ed altre su quella sinistra del torrente, furono poste delle assi di legno che avevano la funzione di piccoli ponticelli.
            Fino al 1928, epoca in cui i comuni di Maderno e Toscolano si unirono in un solo comune, il torrente faceva da confine fra gli stessi fino oltre Maina superiore. Da qui il confine abbandonava il torrente e saliva direttamente verso il monte Pizzocolo.
            Dopo l’abbandono della valle da parte dei Maffizzoli, la stessa è caduta in un grave stato di degrado e la vegetazione ha completato l’opera, ragione per cui – da qualche anno – un gruppo di ricercatori dell’Università di Padova, diretti dal Prof. Brogiolo verso la fine dell’estate si sono ritrovati nella valle per riportare alla luce i resti di una antica cartiera in località “Gatto”, che si trova presso il ponte in pietra che si collegava con Luseti crollato nel 1939.
            Terminato questo lavoro gli stessi ricercatori si sono spostati nel 2006 sulla strada fra Maina superiore e Vago per scavare sui resti di una piccola cartiera risalente al Cinquecento.
            I lavori di scavo hanno dato esiti clamorosi. Dopo aver asportato la numerosa vegetazione  e la terra che copriva i resti di questo opificio, sono venuti alla luce alcuni piccoli locali. In uno di questi sono state trovate, da una parte, n.6 vasche rettangolari scavate in un unico blocco di pietra e, dall’altra di fronte a queste un altro masso intero di pietra con diversi fori tutti delle stesse dimensioni nei quali venivano installati dei pestelli di legno o “folletti” che, azionati dall’energia idraulica di un canale che scorreva di fronte al piccolo stabile, battevano violentemente, come martelli, gli stracci posti nelle vasche di fronte riducendoli ad una poltiglia. Questa, dopo essere stata pressata ed asciugata, veniva trasformata in fogli di carta. In un locale attiguo è stato rinvenuto un piccolo forno costruito in pietra e mattoni che doveva servire a far bollir la colla necessaria per impermeabilizzare la carta onde evitare che l’inchiostro non si trasferisse nel retro del foglio. In questi locali sono stati rinvenuti anche numerosi attrezzi dell’epoca, che saranno collocati nel Museo della Carta.
            Tali importanti reperti sono stati recintati e, in seguito, si dovrà pensare ad eseguire le opere necessarie di conservazione degli stessi in modo che diventino un patrimonio culturale permanente a disposizione del pubblico.


venerdì 2 ottobre 2015

NEL 2000 DEMOLITA ANTICA CARTIERA



La più antica cartiera di Toscolano presso il ponte vecchio dopo la cessazione dell’attività della cartiera Vetturi avvenuta alcuni anni fa, (siamo ora nel 2000) sta ora scomparendo per far posto ad un nuovo edificio. (IL MUNICIPIO)
            Da un documento datato 17 ottobre 1381,( ben 619 anni fa!) del Notaio Bonaventura Belloni di Gaino, che stabiliva l’uso dell’acqua del torrente Toscolano fra le comunità di  Maderno e Toscolano per il funzionamento delle industrie cartarie, si desume, infatti, che in quell’anno la  cartiera era gestita dai Bellintani di Volciano.
                        Prima di giungere agli ultimi proprietari Vetturi, l’edificio passò nel corso dei secoli dai Bellentani ai Bonfadini, Benaglia, Setti, Grazioli, Monselice, Zuanelli, Andreoli e  rag.Maffizzoli.
            Fra i  proprietari e gestori che maggiormente si distinsero per l’intensa attività bisogna citare gli Zuanelli associati con i Fioravanti i quali la detennero dal XVIII fino alla metà del XIX secolo. Essi possedevano navi proprie con le quali fornivano la carta di loro produzione nei vari porti del Mediterraneo. Originari di Toscolano, non avevano soltanto questa cartiera. Dai dati catastali del 1720 risultava che fossero proprietari anche di altre cartiere e precisamente: due alla Religione, una a Luseti, una a Canneto, una alla Quattro Ruote, una in località Lupo e una in Maina. Anche quelle di Andrea Maffizzoli furono prima, di loro proprietà. Riuscirono ad associarsi ad alcune combinazioni commerciali volte a potenziare meglio le loro esportazioni e per questi loro meriti  in campo economico entrarono nelle fila dell’aristocrazia dominante in quel tempo
            Di questa importante famiglia , è rimasto il  palazzo, cioè l’attuale ex casa Franceschini-Ragozzi al ponte di Toscolano sulla cui facciata, in alto, si può ancora adesso ammirare lo stemma di famiglia (una  Z ”Zu” con una freccia che infila tre anelli). Lo stesso tipo di stemma, ma in pietra, lo troviamo sul bellissimo portale del palazzo a Messaga, ora  trasformato in condominio, ove risiedeva un altro ramo della stessa famiglia imparentato con i Conti Fioravanti di Salò, passato poi ai Bertera e per ultimo a Fontana.

            Il Fossati, nel suo “Benacum” ricorda che, prima della costruzione del ponte vecchio, avvenuta nel XVI° secolo, Maderno e Toscolano erano collegati da un ponte di legno costruito sui resti di un precedente antichissimo ponte romano che frequentemente veniva travolto dalle piene del torrente, situato a pochi metri più a monte. Al ponticello si accedeva soltanto per una viuzza che passava attraverso il portone d’accesso della cartiera che sta scomparendo. Tale strada rimase di uso pubblico sino agli ultimi anni della dominazione austriaca e, dopo la costruzione del ponte, servì per condurre ad abbeverare il bestiame e per le lavandaie.

giovedì 1 ottobre 2015

STATUTI RIVIERA BRESCIANA


Nella ricerca di notizie storiche locali, ho avuto la fortuna di trovare l’immagine della copertina usata degli Statuti della Riviera Bresciana ed, in questo caso, anche di quelli del comune di Polpenazze risalenti al 1620. Questo documento era in possesso di un amico, con il quale abbiamo in comune la passione per la storia locale, che mi ha gentilmente concesso di ricopiarla.
            In effetti, gli Statuti della Riviera bresciana furono stampati in lingua latina per la prima volta a Portese nel 1489/1490 dal tipografo Bartolomeo Zani. Successivamente, nel 1620, sempre in lingua latina, fu redatto dal cappuccino di Gazzane, Mattia Bellintani “Statuta Criminalia Riperiae Salodii”. Sulla copertina, che ho ritrovato, è raffigurata la SS. Trinità: il Padre, il Figlio con lo scettro e lo Spirito Santo rappresentato dalla colomba. A lato sta la Vergine  che contempla la SS. Trinità. Sotto vi sono inginocchiati: a destra il Cardinale S.Carlo Borromeo, Protettore di Salò; a sinistra S.Ercolano Vescovo, Protettore della Magnifica Patria ed al centro è posto il motto “Justitia e coelo prospexit” ( La giustizia ha guardato dal cielo). Più in basso la dicitura “Communitas Riperiae” (Comunità della Riviera) l’Ente che ha emesso gli Statuti, con l’immagine della Giustizia che nella mano destra tiene la spada ed in quella di sinistra la bilancia. Questi statuti furono stampati a Salò da Bernardino Lantoni, originario di Gazzane, richiamato a Salò dalla Magnifica Patria, (che gli fornì perfino un prestito) da Milano dove svolgeva la sua attività. Lo stesso Lantoni, nel 1626, ripubblicò gli Statuti in lingua italiana. Grande è stata la mia sorpresa quando ho notato che questa copertina riproduceva immagini di Santi mai trovate su documenti di carattere amministrativo.
            Per meglio comprendere il significato di questa stampa, in breve, è necessario ricostruire la storia di quei tempi, quando eravamo dominati dalla Repubblica veneta.
La Riviera occidentale del Garda, dopo le tristi vicende con i Visconti e gli Scaligeri, offrì la propria sottomissione alla Serenissima a condizione che gli fossero confermati alcuni privilegi, tra i quali l’indipendenza da Brescia, l’integrità del territorio e l’esenzione da oneri reali e personali. Fu il Doge Francesco Foscari che accolse queste richieste emettendo un Decreto in data 13.5.1426 contenente trentatre capitoli che, uniti ai trentotto concessi dallo stesso Doge il 19.12.1440, formarono la carta costituzionale dell’antica Patria di Salò che prese il nome di “Magnifica Patria”. Il suo territorio comprendeva 34 comuni divisi in sei Quadre: di Gargnano, di Maderno, di Salò, di Montagna, di Valtenese e di campagna, oltre ad otto piccoli comuni che però non facevano parte del governo. Polpenazze, quindi, apparteneva a quella di Valtenese. Dunque complessivamente 42 comuni, 174 villaggi e 60 mila abitanti. Si costituì così il consiglio della Patria che in un primo tempo si radunò a Maderno, poi definitivamente a Salò. Nella prima metà del XV° secolo la Magnifica Patria fu quindi un’entità amministrativa inserita nel sistema dello Stato veneziano vicino alle due unità confinanti di Brescia e Verona, motivo per il quale si rese necessario pubblicare gli Statuti. Questi, salvo lievi modifiche, durarono dal 1426 al 1797, anno della caduta della Serenissima e furono confermati dall’arcivescovo Giovanni Visconti. Inizialmente fu stabilito che il Capitano, che da Venezia era mandato a reggere la Riviera, doveva abitare un anno a Maderno e uno a Salò, ma questa norma durò poco tempo perché nel 1473 cessò tale consuetudine ed il Capitano si trasferì definitivamente a Salò, nonostante le opposizioni avanzate dai Madernesi. Questa decisione fu presa dal provveditore Antonio Contarini che, in seguito alla facoltà concessagli del governo, scelse definitivamente Salò.
   Ogni  comune appartenente a questa comunità ebbe poi dei particolari Statuti. Per quanto riguarda quello di Maderno non ne esiste più alcuna traccia, mentre furono pubblicati quelli di Tignale, Manerba, Soiano e Polpenazze.
   Il Consiglio Generale della Magnifica Patria, nell’adunanza del 6 luglio 1466 elesse patrono del territorio della stessa comunità S.Ercolano, obbligando a celebrare con festa di precetto l’annua memoria il giorno 12 agosto. Nel 1677 tale dedicazione fu sancita con Decreto del vescovo di Brescia Marino Giorgio e di quello di Verona Sebastiano Pesaro sotto la giurisdizione del quale appartenevano alcuni comuni della Valtenesi. Questa obbligazione cessò con la caduta della Repubblica veneta nel 1797.