Da alcuni anni la nota Villa Feltrinelli di Gargnano che ospitò Mussolini e la sua famiglia durante il periodo della R.S.I. è stata trasformata in un lussuoso albergo, divenendo questo luogo un tassello importante della nostra storia.
La notizia mi ha rammentato che mio padre, un tempo noto
pittore-decoratore della zona,fu “chiamato” ad eseguire alcuni lavori urgenti
di pittura nella suddetta villa.
Lo conferma anche un documento in mio possesso (che qui sotto riporto) datato 4
novembre 1943 rilasciato appunto a mio padre, Giovanni De Rossi, (indicato
erroneamente in Rossi sul permesso) dal Comando Militare tedesco di Gargnano e
controfirmato da Renato Tassinari, Segretario particolare del Duce. Si tratta di
un permesso speciale scritto in tedesco ed italiano valido fino al giorno 6
dello stesso mese, per entrare nella Villa Feltrinelli di Gargnano a scopo di
lavoro dove dal 10 ottobre era ospitato il Duce e la sua famiglia.
Erano trascorsi appena venticinque giorni dall’arrivo di
Mussolini, da poco liberato dai tedeschi dalla prigione del Gran Sasso, quando
la mattina del 4 novembre 1943 si presentò a casa mia un Ufficiale tedesco del
Comando situato alla Villa Mimosa in località Bornico di Maderno (individuato
poi per il sig.Dieme che, dopo la fine della guerra, si trattenne a Maderno con
la moglie fino alla sua morte). Con modo gentile, ma con altrettanta fermezza
ed autorità, ordinò a mio padre di recarsi immediatamente alla Villa
Feltrinelli di Gargnano, per effettuare urgenti lavori. Le pareti esterne della
villa erano state da poco ridipinte mimetizzandole con colori scuri affinchè
l’edificio sfuggisse all’attenzione dei velivoli anglo-americani. Solo
successivamente si erano accorti che erano rimaste escluse le cornici esterne
delle finestre le quali, essendo molto chiare, risaltavano ancor più di prima e
quindi si dovevano renderle meno evidenti.
Mancando allora qualsiasi mezzo pubblico o privato, mio
padre fu subito caricato su un mezzo militare tedesco e portato a destinazione
superando così facilmente tutti i vari posti di blocco italiani e tedeschi che
si trovavano sulla strada.
Nel giro di due giorni svolse il lavoro affidatogli sotto
la diretta sorveglianza dei soldati tedeschi adibiti alla sorveglianza di
Mussolini.
Nonostante mio padre fosse pittore decoratore non poteva
in quel momento permettersi di rifiutare le sue prestazioni. D’altra parte
erano già parecchi anni, data la grave crisi economica, che per poter lavorare
era divenuta una fortuna quando gli si
presentava la possibilità di fare l’imbianchino.
Le cose erano diverse negli anni ‘20 e ‘30 quando per
moda e per passione i benestanti amavano decorare le loro ville internamente ed
esternamente.
Ne sono tutt’ora a testimonianza alcuni suoi lavori. A
MADERNO l’ex Palazzo Bianchi (ora Hotel Golfo) che venne decorato esternamente
in graffito , l’Hotel Milano, la Villa Sirenella di Via Aquilani, la casa ex
Vezzoni in Piazza , il soffitto della sala
da pranzo dell’Hotel Maderno dove risaltano i limoni, principale
prodotto locale di un tempo, e le porte interne di Villadele, quando era ancora
un Albergo di lusso., ed altri ancora cancellati dall’incuria e dal
tempo.Quelli dell’Hotel Milano e della ex casa Vezzoni sono invece stati recentemente restaurati.
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A Gavardo prestò la sua
opera, tuttora visibile, alla Casa di Riposo “La Memoria”, divenuta ora
Ospedale, poi in un altare della Parrocchiale e la facciata di una villa che si trova sulla statale poco distante dal
centro.
Egli lavorò anche in alcune sale del Castello Sforzesco
di MILANO e nell’interno della Cattedrale di S.Lorenzo a LUGANO..
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