Innamorato
di Maderno lo statista Giusepppe Zanardelli (1826-1903) dopo aver acquistato
il terreno in frazione Bornico di Maderno dal Conte Arrighi, nel 1888 vi
costruì una grande villa , ora in concessione all’ANFFAS.
L’edificio
fu progettato dall’ architetto bresciano Antonio Tagliaferri ed i lavori
terminarono nel 1892. Nel vasto parco che circonda la villa, si ammira una
statua di marmo bianco denominata “La quiete”, opera del suo amico prediletto scultore e pittore Ettore Ximenes (Palermo
1855- Roma 1926) lo stesso che decorò le pareti della villa con numerosi affreschi. Nel vestibolo, in
alto sulla parte destra, in una lunetta, è rappresentata la Legge. Nella sala centrale,
quella che guarda verso il lago ed è collegata con una doppia scalinata con il
giardino a lago, numerosi sono gli affreschi che adornano le pareti: il paese
di Villa Carcina e la scena del ricevimento di Umberto nel 1890, Gardone V.T., Iseo, Irma, Collio e
Bovegno. Tutti ricordi della valle in cui lo statista visse. Sul soffitto, da
una balaustra si affacciano tre personaggi che Francesco Bevilacqua, un parente
che detiene cimeli e 128 lettere
autografe dello statista, identifica negli amici:
-
Giovanni Quistini – Avvocato e parlamentare (1841-1913)
-
Federico Bagozzi – Impresario edile (1844-1898)
proprietario della villa accanto (ex Bassetti) e che per lui aveva costruito un
albergo a Collio. Il padre, invece, si era distinto nelle X giornate di
Brescia,
-
Paolo Auriggi – Direttore de “La Provincia” giornale
fondato da Zanardelli.
Sullo sfondo del soffitto domina
il cielo con una rete per l’uccellagione. Pare che quest’ultimo riferimento sia
dovuto esclusivamente al suo particolare gradimento della preda e non alla
passione per la caccia, come si potrebbe presumere.
Nella
seconda sala troviamo, invece, affreschi del pittore bresciano Cesare
Bertolotti (1854-1932) che rappresentano la pesca, l’olivo e la vendemmia.
Nella sala di ricevimento, ancora opere di Ximenes riguardanti l’Amor pagano
Nel 1860 lo Zanardelli fondò il
suo Giornale “La Provincia”,
contrapposto alla “Sentinella” e più tardi alla “Voce del Popolo”. Nel 1876 fu
nominato ministro del Lavori Pubblici del governo De Pretis, nel 1878
dell’Interno, dal 1881 al 1893 e nuovamente dal 1887 al 1891 al Ministero di
Grazie e Giustizia. Durante quest’ultimo incarico legò il suo nome al Codice
Penale varato nel 1890, che rimase in vigore nel Regno fino al 1925 e nel
quale, per la prima volta in Italia, fu prevista l’abolizione della pena di
morte. Fu anche Presidente della Camera dei Deputati dal 1898 al 1899 e
Presidente del Consiglio dal 15 febbraio 1901 al 29 ottobre 1903, quando, per
gravi motivi di salute, dovette rassegnare le dimissioni cedendo il posto a
Giolitti. Infatti, dopo solo due mesi, morì per una grave malattia nella sua
villa di Maderno.
Negli
ultimi momenti gli fu accanto la sorella Ippolita e per due giorni lo
assistette anche Mons. Geremia Bonomelli Vescovo di Cremona a lui legato da
affettuosa amicizia. Nonostante fosse stato tacciato più volte di
anticlericalismo, nel libro dei morti della Parrocchia di Maderno, alle
annotazioni, si legge: “Sacramentis
munitus minimun” ed il Vescovo di Brescia Mons.Corna Pallegrini concesse
per lui i funerali religiosi.
Seguita
da numerose personalità e gente comune la salma dello stesso fu trasferita a Brescia e dopo una grande cerimonia
religiosa fu inumata al Vantiniano. In quella occasione lo seguì anche la Banda Musicale di Maderno che
suonò la marcia funebre predisposta espressamente dal Prof. Giuseppe Micaglio,
Maestro della stessa Banda.
Andrea De Rossi
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