lunedì 26 settembre 2016

DARSENA EX BIANCHI A MADERNO

                                      L'ingresso alla darsena


Il Cav. G.Battista Bianchi, (1865-1943) già Sindaco di Maderno nel secolo scorso quando non c’era ancora l’unione dei due comuni, abitava nel palazzo in  piazza di Maderno, (successivamente trasformato nell’hotel Golfo)  Poi si trasferì definitivamente nella villa del “Serraglio”.
Quando lo stesso abitava in piazza, fino ai primi anni del Novecento, possedeva un motoscafo, l’unico esistente nel golfo, che teneva ormeggiato di fronte al suo palazzo e vi costruì perfino un ponticello in legno sul lago per raggiungerlo facilmente.
Nei primi decenni del secolo scorso (non conosco la data) costruì sul lago, in Via Roma,l’attuale darsena per poter meglio custodire il motoscafo che fu tenuto fino al suo decesso. Poi per tanti anni la darsena non fu più usata e solo dopo la metà del ‘900 fu venduta e  trasformata in Ristorante chiamato “Il muretto” al quale affluivano numerosi clienti, specialmente stranieri, che giungevano i buona parte con potenti motoscafi
            In questi ultimi anni si susseguirono altri gestori stranieri. Da alcuni mesi è stato chiuso perché sembrava che la pavimentazione esterna su travetti in legno sostenuti da pali infissi nel lago, fosse diventata pericolosa causa il logoramento dei pali di sostegno infissi nel lago.
            Senonchè il 19 settembre 2016 iniziarono i lavori di smantellamento di tutto ciò che fu aggiunto per trasformare la darsena in ristorante.
            Dal documento ufficiale della Regione Lombardia esposto all’esterno del cantiere, si rileva che la rimozione della porzione  di edificio commerciale realizzata su area demaniale, viene effettuata dall’Autorità di Bacino Lago di Garda e Idro (committente) a mezzo ditta Pavoni di Vobarno, la cui spesa presunta è di €.30.000. All'esterno dell'edificio a lago,è stata recentemente prolungata la passeggiata a lago che si è così collegata con il nuovo parcheggio a lago. E' previsto che all'esterno della darsena, vicino alla cabina elettrica che verrà camuffata, sarà costruito  un piccolo ufficio del turismo un "point office" che sostituirà quello dell'ex Azienda di Soggiorno.                 

                                                                                                                        La villa del cav. Bianchi G.Battista a Maderno con  il suo motoscafo ormeggiato in un primo tempo davanti alla stessa


                                                    


                    Il ponticello di fronte a villa Bianchi
                       La darsena trasformata in ristorante




La passeggiata a lago scorre ora davanti alla darsena

mercoledì 14 settembre 2016

LE MODIFICHE ALLA PIAZZA DI TOSCOLANO



L’ambasciatore della Serenissima, Marin Sanuto, nel 1483 riferiva che l’attuale centro abitato di Toscolano era contraddistinto dai nomi: l’antica  e originaria “Benaco” che comprendeva la zona degradante verso il porto e “Toscolano” riferita a quella più arretrata, dove presumibilmente, sorgeva la necropoli romana. Infatti numerosi tumuli furono portati alla luce in un brolo retrostante casa Maffizzoli, sul lato destro del fosso di Pulciano come afferma in “Benacum” Donato Fossati nel suo libro.
             Un tempo vi era stretta via selciata che collegava la piazza vecchia con la chiesa Parrocchiale, ma nel 1852 la sig.ra Andreoli Santa offrì il terreno sul quale venne costruita la nuova piazza e dove sei anni dopo, nel 1858, venne eretto il monumento alla Beata Vergine Immacolata come scioglimento di un voto collettivo fatto dalla popolazione durante l’epidemia di colera del 1855, monumento che in tempi recenti fu spostato di fronte alla chiesa Parrocchiale, mentre al suo posto venne installato quello dedicato ai Caduti in guerra.
            Nella parte superiore della Piazza sorgeva l’antico tempio di Saturno di forma quadrilatera il quale fu trasformato in una chiesa dedicata prima a S. Stefano e, successivamente, a S:Antonio. Nell’estate 1889 questo edificio venne adattato per le adunanze pubbliche e, nel 1935, dopo una vertenza con il proprietario vicino che si opponeva, fu completamente demolito. Le colonne recuperate da questo ex tempio romano furono riutilizzate dai Visintini alla “Religione” per sostenere un portico della loro casa.
            Intorno al 1960 venne demolito un vecchio fabbricato per far posto alla costruzione dell’albergo Adria.
            La foto in alto riproduce l’attuale stato della Piazza, mentre quelle sottostanti che mostriamo riguardano appunto le modifiche avvenute nel tempo alla piazza di Toscolano.
            La prima risale intorno al 1860 dove si nota la statua dedicata alla Madonna. La seconda risale invece al 1950 circa e si nota la demolizione del muro della limonaia prima esistente ed il nuovo fabbricato ad uso abitazione per i dipendenti della cartiera (al piano terra furono posti gli Uffici della Banca S. Paolo) che, successivamente si trasferirono nell’attuale posizione..





lunedì 15 agosto 2016

I MIEI RICORDI DEL PASSATO






            Nel mio modesto lavoro della storia di Toscolano-Maderno (Blog), ovviamente ho citato diverse persone fra il paio di centinaia di argomenti esposti. Come si fa in simile situazione dimenticare i propri famigliari che attivamente hanno creato questo passato, ora quasi dimenticato?
         Inizio, naturalmente con mio padre Giovanni che fu un pittore-decoratore di stimata qualità. Ho pubblicato la sua cartolina in franchigia che fece nel 1916 in un concorso, che fu vincente, sulle montagne confinanti con gli austro-ungarici e che si può trovare nell’argomento “Esperimento d’arte durante la I^ guerra mondiale”, mentre nell’argomento “Scuola serale professionale a Maderno” lo ritroviamo come insegnante di disegno (ornato) dal 1927 al 1930 presso il palazzo Gonzaga, poi nell’ex Municipio di Maderno in piazza ed, infine, presso la scuola Benamati. Nell’argomento decorazioni di Giovanni De Rossi rivediamo invece le sue opere decorative in diverse ville e case locali.
Non ho certamente dimenticato di citare mia madre Elisa che fu una beneficiaria di un legato di Giorgio Aquilani. Questo famoso madernese, morto nel 1657, al quale per la sua attività benefica gli fu intestata una strada (prima si chiamava strada dell’Arco). Nel suo legato redatto presso il Notaio Thodeus di Morgnaga di Gardone Riviera, dispose diversi benefici per i poveri del nostro paese. Parte dei quali doveva essere impiegato” per maritar tante donzelle povere e di buona vita, condizione e fama.”
Quando mia madre si sposò nel 1909 fu una beneficiaria di tale legato. L’argomento nel quale viene riprodotto il testamento dell’Aquilani è quello di Giorgio Aquilani – Benefattore, mentre quello che parla del tempo vissuto in Valle Cartiere presso la cartiera di Maina inferiore o Macallè dove lo zio Tullio Bianchi era Direttore lo troviamo in “Cartiera di Maina inferiore in valle delle cartiere”
         Anche i miei fratelli sono stati citati. Tutti i disegni fatti a mano che troviamo nel Blog sono opera di mio fratello Fausto anch’esso pittore-decoratore come mio padre
         Pure le sorelle Adriana e Vittoria le ritroviamo, in immagini, in altri argomenti. .La prima presso la chiesetta di S.Urbano e la seconda in piazza di Maderno nei pressi del gelataio, allora unico esistente.
         Non potevo dimenticarmi di mia moglie Lucia che ho citato nell’argomento “Ho pescato nel lago un grosso salmone”
         Ed infine le mie tre figlie che da piccole collaborarono per la consegna dei premi ai vincitori delle gare del Concorso Ippico nazionale.
          Ah! scordavo me stesso!. Per ovvie ragioni riproduco tre attestazioni rilasciatami dal Comune di Toscolano-Maderno nel 2011,  nel 2013 e nel 2016.

                                                                                             Andrea De Rossi






   

mercoledì 13 luglio 2016

ALLORO E BACCHE


Nel 1878 si costituì a Gargnano la Società “Lauriva” della Cooperativa Soc. Lago di Garda per la raccolta e la lavorazione delle bacche e foglie di alloro che s’affiancò a quella per la raccolta e lo smercio dei limoni, già esistente dal 1840.
Il suo esempio fu seguito dalla ditta Elena di Maderno che gestiva una piccola industria per la lavorazione delle bacche d’alloro in Via Benamati. L’olio che si estraeva con una speciale bollitura, insieme alle foglie di questa pianta, era esportato in Germania, in Russia e in altri paesi stranieri, dove era utilizzato nei cicli produttivi di particolari cosmetici, nonché nelle industrie della profumeria e della tessitura. La più estesa applicazione di questo prodotto era fatta dalla medicina veterinaria. Le foglie servivano anch’esse per l’industria dei profumi e dei saponi, previa distillazione dell’olio essenziale che esce più profumato che dalle bacche.
Da diversi decenni quest’attività è completamente cessata, causando la totale decadenza della coltivazione dell’alloro, che è rimasto solo un albero ornamentale, ora - per il momento solo al piano – attaccato da una particolare malattia che, se non adeguatamente curato, lo porterà in breve all’estinzione. Nella collina, invece, tale pianta è ancora molto diffusa ed in buona salute

lunedì 13 giugno 2016

MONUMENTO A S.ERCOLANO


Si decise di costruire il monumento in onore di S.Ercolano nel 1836, in occasione di una terribile pestilenza di colera che colpì la popolazione di Maderno e quella dei paesi rivieraschi.
Solo a Maderno su 140 persone colpite dal male, ben 38 furono le vittime. Nessun caso a Bezzuglio e pochissimi a Montemaderno dove non si sono verificate vittime.
Tutto si svolse dal mese di giugno a quello di agosto, prima con casi sporadici poi estendendosi a macchia d'olio in tutto il paese.
Dapprima furono chiuse le scuole situate nell'Istituto Benamati, poi, le cartiere, (in quel tempo assorbivano più di 1000 persone) perché i lavoratori non intendevano esporsi alla fatica per non essere più facilmente preda del morbo. Era così forte il timore di prendere il male che i bottegai vendevano la merce solo attraverso una finestrella praticata alla porta e le monete erano poste in un vaso di cloruro di calce per essere disinfettate o” purgate”, come si diceva in quel tempo.
Numerose Messe solenni furono celebrate all'altare di S.Ercolano per invocare la Sua intercessione. Una processione della Via Crucis percorse il "Rivellino" (attuale Lungolago) fino a giungere al S.Crocefisso. Con l'estendersi dell'epidemia fu aperto un lazzaretto nel fondaco maggiore del Municipio situato nella Piazza. I cadaveri erano trasferiti al Cimitero di S.Martino (l'unico esistente) verso la mezzanotte e senza alcuna cerimonia religiosa. Fu soppresso anche il suono delle campane per annunciare la morte od il funerale.
I limoni, che la popolazione riteneva efficaci contro il morbo, aumentavano di prezzo giorno dopo giorno.
Domenica 24 luglio 1836, la giornata più nera in cui persero la vita ben cinque persone, la popolazione si recò in Chiesa per venerare le reliquie del Santo. Seguì una solennissima processione per le vie del paese ed al termine la proposta già fatta del Parroco di erigere in Piazza una statua a S.Ercolano, con la raccolta di sottoscrizioni, divenne un voto. Infatti, dopo il 23 agosto, data in cui si ritenne cessato il flagello, fu nominata una Commissione composta da Don Giuseppe Rizzi e dai sigg.Francesco Hell e Veronese fu affidata allo scultore CESARE NESTI, mentre il resto del monumento al sig. ADAMO TAGLIANI di Rezzato. Le quattro epigrafi poste sul gran dado di marmo bianco che sorregge il Santo, sono state dettate da Don Vincenzo Poiana di Verona, dal Dr.Achille Filippini di Bedizzole, dal sig.Francesco Botturini di Salò e da Don ANDREA SETTI Vicario Parrocchiale di Maderno. E' da questo religioso che si sono apprese le notizie sopra riportate.
Le fondamenta del monumento furono poste nel giugno 1838 ed il 25 luglio successivo, al suono delle campane tra lo scoppio dei mortai giunse in paese la Statua del Santo. L’11 agosto il monumento era pronto ed il pomeriggio giunse a Maderno il Vescovo Mons.Ferrari che alla sera assistette alle luminarie ed ai fuochi artificiali, mentre il giorno successivo avvenne l’inaugurazione alla sua presenza. A festeggiare l'avvenimento assisté una folla proveniente anche dai paesi vicini ed un centinaio di barche cariche di persone che assistevano dal lago.
Fu nel 1954 che per iniziativa della locale Pro-Loco fu decisa la rimozione del Monumento (che inizialmente era posto di fronte alla Chiesa romanica) per trasferirlo nell'attuale posizione di fronte alla Parrocchiale. Ciò fu fatto nell'intento di risolvere il problema della viabilità per chi dalla Piazza usciva sulla Statale e conseguentemente quello degli incidenti che con l'aumento della circolazione divenivano sempre più frequenti.
Il progetto fu redatto dall'Arch.Vittorio Armellini e, dopo l'approvazione della Sovrintendenza e della Commissione Edilizia, fu realizzato nello stesso anno con una spesa che si è aggirata intorno alle £.150.000

giovedì 9 giugno 2016

CINEMATOGRAFIA IN VALLE CARTIERE




L'amico Giovanni Saletti da Toscolano, grande esperto in informatica e nelle ricerche storiche locali,  ha scritto l'articolo "QUANDO LA VALLE DELLE CARTIERE ERA UN SET CINEMATOGRAFICO" così trasformata dal regista salodiano Angio Zane nel 1956, che trascrivo testualmente, attingendo i dati e le foto dal figlio Alessandro che ha concesso gentilmente.al Saletti.



QUANDO LA VALLE DELLE CARTIERE ERA UN SET CINEMATOGRAFICO

“Le stelle sono tante, milioni di milioni, la stella di…”. Chi ha passato gli anta non può non ricordare questo jingle nei Carosello degli anni Settanta. Pochi però sanno che di questa pubblicità, come di molte altre - come ad esempio la cedrata del lago con Mina o il formaggio “che vuol dire fiducia” con Johnny Dorelli – il regista era il salodiano Angio Zane.

Nato nel 1925, partigiano sulle montagne valsabbine durante la guerra di liberazione, Angio Zane negli anni Cinquanta iniziò a lavorare prima come cineamatore e in seguito come regista di documentari. Poi il grande passo e l’esordio nella regia cinematografica con il film “La capinera del mulino”, del 1956.

Da buon “artigiano della cinepresa”, si occupava di tutto, dalla stesura del copione, alle riprese, regia, montaggio e produzione.”La capinera del mulino” era un romanzo sentimentale ambientato in un fantomatico paese del lago di Garda chiamato Borgofiore, e la location per  buona parte di questa pellicola fu la nostra Valle delle Cartiere, da qualche anno abbandonata dalle attività industriali.
In quel periodo arrivavano in Italia le pellicole americane di Lassie e Rin-Tin-Tin, ed a questo filone si ispirò Angio Zane puntando sul cinema per ragazzi, con notevole successo. Le sue opere venivano trasmesse nei primi anni della  TV dei ragazzi. Creò le avventure di Pippo, Briciola e Nuvola Bianca, che vivevano storie fantastiche in un western nostrano, sovente ambientato nel nostro entroterra. Fu pioniere del genere western all’italiana prima ancora di Sergio Leone e Corbucci.
In particolare, nel 1961 girò in Valle delle Cartiere “Esploratori a cavallo”. Il film venne presentato alla mostra del Cinema di Venezia, nella sezione “XIV Mostra  Internazionale del Cinema per Ragazzi” (quella che in seguito diventerà il Giffoni Film Festival).
Qui sotto un paio di fotografie del set tra le località di Vago e Caneto in Valle delle Cartiere.


In questo film gli amici Pippo e Briciola, con l’inseparabile cavallo Nuvola Bianca, scorrazzano per la Valle delle Cartiere quando scoprono una botola che nasconde un tesoro, ma sembra che questo procuri solo guai, e il pericolo della Valle della Morte incombe…
Gli  Onda Studios di Campoverde di Salò erano il mondo di Angio Zane. Qui, di fianco alla sua abitazione, aveva allestito il teatro di posa, la sala di montaggio, addirittura un vero e proprio villaggio western. Nacque così il Museo Archivio Audiovisivo Gardesano, dove raccolse apparecchiature cinematografiche, cineprese, moviole, fotografie e locandine. Il Museo è visitabile in rare occasioni, ma ne vale veramente la pena. Angio Zane morì a Salò nel 2010.

Va doverosamente ringraziato il figlio Alessandro Zane, che da bambino ha recitato nei film per ragazzi del padre, ed ora cura il Museo di Campoverde e che mi ha fornito informazioni e fotografie.
Una curiosità che lega Angio Zane ad Osvaldo Cavandoli, nativo di Maderno, il famoso fumettista papà della Linea. I due erano amici, ed avevano collaborato per alcuni lavori. Negli Onda Studios è presente una titolatrice usata per il montaggio delle strisce di Cavandoli, ed uno scherzoso disegno/dedica di Cavandoli a Zane, che riporto qui sotto, nel quale una Linea-Pellerossa si vendica inseguendo minacciosa un regista. Così recita: “Ad Angio ‘il Westifero’, in ricordo della bella ed antica amicizia!”.

Disegno di Osvaldo Cavandoli



 
 

ZANIBONI Prof.PIETRO

ZANIBONI Prof. PIETRO
(1840 - ?)
Di antica ma decaduta famiglia di Gaino, fu avviato al Sacerdozio, che abbandonò per dedicarsi allo studio delle lettere, insegnando nel frattempo presso convitti privati; conseguita poi la laurea in lettere, fu Direttore delle Scuole Magistrali di Padova, dove morì. E’ il padre del prof. Ferruccio Zaniboni che fu insegnante in letteratura italiana nel liceo classico di Brescia, morto in età appena matura non sono molti anni (quando fu scritto dal Fossati era il 1939) e sepolto nel cimitero di Gaino, dove conservò sempre la casa a vita. Abbiamo del padre a stampa diversi romanzi storici e parecchie conferenze.
Da “Benacum – Storia di Toscolano” pag.342 - di Donato Fossati