giovedì 11 giugno 2015

CARTIERA DI MAINA INF. IN VALLE CARTIERE ED IL RICORDO DI MIA MADRE






Siamo alla fine dell’800 - inizi del ‘900, quando ancora la cartiera di Maina inferiore chiamata anche Macalè (dal 2007 trasformata in Museo della carta) si trovava in territorio di Maderno  e i  due comuni erano ancora separati. . Il  confine era delimitato dal torrente Toscolano dalla sua foce e sino alla località di Maina superiore, poi  saliva direttamente fino alla cima del monte Pizzocolo. Quindi le cartiere esistenti oltre Maina superiore e fino alla foce del torrente che si trovavano a destra (scendendo)  erano in territorio di Maderno, mentre quelle sul lato opposto e oltre Maina superiore in quello di Toscolano.
            Nel periodo citato in premessa e fino al 1912 la cartiera di Maina inferiore o Macalè fu diretta da Bianchi Tullio proveniente da Pisogne il quale sposò la zia di mia madre, Belloni Luigia.
            Diversi furono i proprietari o gestori di questa antica cartiera prima che venisse – dopo la costosa operazione  di ristrutturazione  - trasformata in Museo  e ora dato in comodato dal Comune alla Fondazione della Valle delle Cartiere. Intorno al 1700 questo opificio fu di proprietà della famiglia Assandri, originaria della frazione Pulciano, che poi assunse il cognome di Delay e che all’inizio del ‘500 conduceva alcune ferriere in località Camerate. Successivamente la proprietà dello stabilimento passò ai madernesi: Veronese nel 1811, Hell nel 1852, Emmer nel 1872, Nei primi anni del 1900 i proprietari divennero i Maffizzoli, poi i Donzelli ed, infine, i Marchi di Vicenza. Nel 1962 i Donzelli abbandonarono questo opificio che , lentamente, andò in rovina..
            Nel mio Blog su Toscolano Maderno ho citato diverse persone locali,  mi sono domandato, perchè non dovrei citare anche mia madre dalla quale ebbi varie notizie storiche locali e sul modo di vita di quel tempo ed in particolare sulla Valle delle Cartiere dove aveva vissuto alcuni anni.  Essa aveva solo cinque anni ed un fratellino di pochi mesi quando gli morì suo padre a 39 anni.. La madre, per vivere, era impegnata nel suo lavoro  e doveva  occuparsi di due figli per cui dopo qualche anno dovette affidare la mia futura madre, allora adolescente, alla zia, che non aveva figli e che viveva con il marito a Maina inferiore in una piccola abitazione annessa allo stabilimento (indicata con un freccia bianca nella foto in alto).
            Un particolare ricordo dell’adolescenza di mia madre durante la sua permanenza nella valle, che mi riferì più volte, fu  che alla sera veniva incaricata dallo zio di recarsi a Toscolano per l’acquisto del giornale che giungeva a tarda ora. Al buio assoluto e da sola, usciva dalle gallerie (allora non illuminate come ora), per giungere nel paese per l’acquisto del giornale. Pur prestandosi volenterosamente a questo incarico, non poté mai dimenticare la paura e l’ansia che l’opprimeva quando eseguiva ogni giorno questo incarico. Lo zio voleva tenersi aggiornato sugli avvenimenti, ma in quel tempo l’unico mezzo d’informazione era solo il giornale. che con i mezzi di quel tempo giungeva a Toscolano solo a tarda sera.

ANDREA DE ROSSI

                                                         
        





ANDREA DE ROSSI.

martedì 26 maggio 2015

VINCENZO BENDINELLI STRAORDINARIO ARTISTA MADERNESE



Il mio caro amico VINCENZO BENDINELLI, nato pochi anni dopo di me a Maderno il 20.7.1931 e scomparso a Cologno Monzese il 30.7.1997 dove abitava con la sua famiglia, è veramente un personaggio straordinario da ricordare per tutte le sue numerose attività e iniziative nel campo culturale ed artistico.
            Fin da giovanissimo si trasferì a Milano dove, inizialmente, lavorò come accordatore di pianoforti presso il negozio  della madernese sig.ra Luisa Castellini.
            Iniziò con la pittura e la poesia. Successivamente si laureò in Sociologia con una tesi di Parapsicologia.
            I principali giornali si sono occupati delle sue varie attività. Egli si qualificò sempre fra i primi nella cinquantina di concorsi letterari nazionali ed internazionali ai quali partecipò. Nel 1983 ottenne il premio della Cultura da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Numerose le mostre di quadri personali e collettive alle quali partecipò dal 1958 al 1987 nelle varie città d’Italia ed in Svizzera. Oltre a queste opere pittoriche, pubblicò parecchi volumi di poesie e di argomenti vari, fra i quali manuali d’ipnotismo, di radioestesia e di agopuntura.
            In circa trent’anni di lavoro pittorico ha svolto, come affermato dallo stesso,, la sua ricerca in modo totale, veramente d’avanguardia dal figurativo all’astratto, dall’arte visuale a esperienza POP (abbreviazione del termine inglese popular usato come termine generico per indicare  tutte le espressioni della cultura popolare) e queste ultime ben quattro anni prima che gli artisti americani presentassero le loro opere POP alla Biennale di Venezia del 1964.
            Il Comune di Cologno Monzese, dove egli risiedeva con la famiglia, nel 2005 ha organizzato presso una sala di villa Casati, una mostra dei dipinti più significativi e un’antologia di liriche dello stesso. L’inaugurazione è avvenuta il 7.10.2005 alla presenza del Sindaco di Cologno Monzese e di numerosi personaggi del mondo dell’arte e della cultura. In tale occasione la gallerista e critica d’arte Enrica Gamalero ha presentato le sue opere ed ha letto alcune sue poesie.
            E’ certamente un onore per il  comune di Toscolano-Maderno che questo “personaggio”, cresciuto in una modesta ed umile famiglia, con la sua intelligenza, creatività e costanza abbia saputo emergere e farsi un nome nell’ambiente artistico milanese.
                                                                           ANDREA DE ROSSI


Un quadro del Bendinelli



giovedì 14 maggio 2015

ALTRE NOTIZIE SUL PALAZZO GONZAGA DI MADERNO






Il Dott. Ghiselli di Gargnano fu uno dei tanti proprietari del palazzo Gonzaga di Maderno susseguitesi dopo l’estinzione della famiglia Gonzaga. Nel 1819, questi, forse perché infermo di mente, si mise alla ricerca di tesori che, si diceva, allora, fossero nascosti in qualche punto segreto del palazzo. Per  ritrovarli fece demolire i due terzi del palazzo, sul lato della chiesa romanica e, di conseguenza, distrusse numerosi capolavori pittorici, senza troppi ostacoli da parte della pubblica amministrazione. I relativi materiali di risulta, alcuni assai pregiati per qualità e lavorazione, presero differenti strade; una parte fu venduta, un’altra venne recuperata per costruire un giardino di limoni, gli stipiti andarono a sostegno degli ingressi interni della costruenda chiesa parrocchiale di Maderno e gli elementi più minuti furono incettati dagli antiquari del tempo oppure finirono in alcune case private a Maderno. Agli eredi del Ghiselli rimasero così tanti debiti per cui furono costretti a vendere il moncone rimasto del palazzo ai Zanetti i quali poi lo rivendettero al sig. Pietro Erculiani di Maderno che, nel 1894, lo rivendette all’inglese sig.ra Mary Colley Morice che, con animo appassionato, cercò di dare vita a quegli storici resti rimasti. Successivamente la proprietà passò al sig.Pietro Emmer di Maderno e questi, nel 1933, alla famiglia Gaoso.
            Tutte queste notizie sono state ricavate da un saggio dello storico locale Notaio Claudio Fossati  datato 1894 rinvenuto nell’archivio del marchese Giuliano Capilupi di Mantova unitamente alla lettera con la quale il Fossati indirizzò il testo alla sig.ra Mary Colley Morice la quale aveva richiesto notizie sulle origini storiche del palazzo dopo l’acquisto.. Documento che non risulta essere stato a conoscenza nemmeno dal figlio Donato che pure ha scritto anch’esso numerose notizie sui Gonzaga.
            Ora, ad integrare tali notizie sul palazzo Gonzaga di Maderno ci ha pensato il Prof.. Paolo Bertelli dell’Università degli Studi di Verona Dipartimento Tempo Spazio, immagine, Società /TeSIS) che ho avuto l’onore e la fortuna di conoscere in quanto anche lui si interessa della storia dei Gonzaga. Risulta, infatti, che l’Università alla quale  appartiene nel 2014 ha organizzato un convegno dedicato a Marco Boschini (Venezia 1602-1678) scrittore, pittore, incisore, miniatore, già appartenente alla bottega di Palma il Giovane a Venezia e frequentatore del palazzo Gonzaga di Maderno dai cui proprietari ricevette l’ordine di incidere il disegno del palazzo madernese su una lastra di rame, ora non più rintracciabile. Da questo convegno uscì  un voluminoso libro “Marco Boschini. L’epopea della pittura veneziana nell’Eureopa barocca” a cura di Enrico Maria Dal Pozzolo con la collaborazione dello stesso Prof.Bertelli – Zel edizioni (pagine 463)...Fu negli anni in cui il Boschini frequentò il Palazzo Gonzaga di Maderno che il Duca Carlo II fece costruire un androne sotterraneo, detto poi “Serraglio degli uomini” che collegava il palazzo nuovo con la “Palazzina” chiamata poi “Serraglio delle Donne”.
            E’ nel contenuto di questo libro che si viene a conoscenza che il Prof.Paolo Bertelli , dopo molte ricerche, è riuscito a rintracciare, presso la Biblioteca dell’Accademia dei Concordi di Rovigo forse l’unica copia esistente del prezioso volumetto di ventidue pagine che il Boschini scrisse nel 1661  in veneziano, riferentesi alle proprietà dei Gonzaga a Maderno con tutti i particolari, così intitolato “La regia terena de i dei ovvero Le delicie de Maderno –patrocinio del Serenissimo De Mantova umile tributo di Marco Boschini a quella Altezza.
            Da questo volumetto il Prof.Bertelli ha messo in evidenza molte cose interessanti,. su alcune sconosciute, altre già segnalate dallo storico Fossati, come la distruzione di due terzi del fabbricato da parte del Dott.Ghiselli che l’aveva acquistato dopo l’estinzione dei Gonzaga per la ricerca di un ipotetico tesoro.
            Quanto sopravvive ai nostri giorni, scrive il Prof.Bertelli, del complesso gonzaghesco di Maderno, benché splendido, non è che un ombra del monumentale succedersi di palazzi, palazzine, giardini, fontane e voliere che nel Seicento si configuravano come la maggiore residenza signorile dell’intero Garda.
            Fortunatamente l’attuale erede del vecchio palazzo, sig. Alessandro Gaoso, considerata l’importanza artistica ancora esistente nella parte di palazzo rimasta, sta  provvedendo al restauro di alcuni preziosi affreschi. Ricordo che al secondo piano vi è una sala che raffigura il Ratto di Ganimede, la cui foto viene. riprodotta in calce alla presente. Nel libro viene ricordato che l’edificio era di quattro piani fuori terra (più le cantine) con un’altana centrale posta al di sopra del “sitto della sala” e sormontata da un’aquila ducale in marmo.
            All’ingresso principale (allora quello verso il lago) con un portale e conci marmorei, si accedeva tramite una duplice scala a tenaglia, di fronte (verso l’attuale strada statale) vi era il giardino all’italiana   con balaustre marmoree sulle quali erano disposte statue e vasi.
            Tra i piani correvano quattro scale: una grande, due “private” ed una “lumaga” quest’ultima ancora esistente. Il palazzo era un ricettacolo di infinite stanze, logge e sale, di tal bellezza. Una descrizione più puntuale ci perviene dalle quartine di pag.10, quando il Boschini rammenta l’esistenza delle statue delle varie divinità fatte da celebri scultori. Nella fontana principale, nel mezzo del giardino, vi era una statua pregiata di Venere che zampillava acqua da ogni parte, realizzata dal noto scultore del tempo Francesco Agnesini, al quale i Gonzaga spesso si rivolgevano.
            Anche il “Serraglio” viene citato perché l’immobile che fu sempre chiamato “Palazzina”, in quel tempo, invece, era chiamato “Casino sopra il monte”... Era composto di due piani fuori terra più le cantine, con a fianco una grotta e diverse fontane alimentate da condotti sotterranei provenienti da Sernico (l’attuale frazione di Sanico). Accanto vi era una peschiera quadrata coperta di pietra viva ed una loggia su quarantaquattro colonne.




lunedì 13 aprile 2015

I GONZAGA A MADERNO NEL 1600

LA REGIA TERENA DE I DEI
OVVERO LE DELICIE DE MADERNO

Questo è il titolo del libro di cui intendo parlare oggi e che risale al 1661.
Claudio Fossati, il noto storico locale (1823-1895), in suo scritto che parlava dei Gonzaga, diceva, tra l’altro, “onde è che la palazzina congiunta per sotterranea strada al palazzo ducale di Maderno, fu per qualche tempo il teatro delle più turpi dissolutezze”. E qui richiamava un “secentista”, il “Boschetti” che cantò in versi dialettali veneziani “La Regia terena de i dei – ovvero – Le delicie di Maderno”. Da diversi anni sono alla ricerca di questo libro storico ma non l’ho trovato in nessuna biblioteca. Tramite un amico dell’Università di Verona ho saputo solo ora che la nota del Fossati contiene due refusi tipografici: il “secentista” citato non è Boschetti, bensì Marco Boschini e la data è 1661 e non 1660.
Sin dal 2013 ho aperto nel Web un Blog riguardante la storia di Toscolano Maderno con numerosissimi argomenti di storia locale (fino ad ora ha ottenuto oltre 33.000 visualizzazioni da tutte le parti del mondo). Fu così che ebbi la fortuna e l’onore di conoscere il Prof Paolo Bertelli dell’Università degli Studi di Verona – Dipartimento Tempo Spazio immagine Società (TeSIS), il quale, visti gli articoli sui Gonzaga a Maderno pubblicati sul mio Blog, mi mandò una e-mail considerando il mio lavoro assolutamente garbato e ben fatto. Mi informò che l’Università alla quale egli apparteneva aveva organizzato nel 2014 un convegno dedicato alla figura di Marco Boschini, (Venezia 1602-1678) scrittore, pittore, incisore, miniatore, e che secondo alcune fonti avrebbe frequentato anche la bottega di Palma il Giovane (ovvero l’autore del quadro, riproducente la Sacra Famiglia, che si trova nella chiesetta di S. Bartolomeo a Maderno). Proprio Boschini pubblicò il libro sopra indicato in versi e in veneziano. Da questo convegno è nato un ponderoso ed interessantissimo volume (464 pagine) dal titolo “Marco Boschini. L’epopea della pittura veneziana nell’Europa barocca” del quale mi è stata inviata una copia. All’interno è anche un saggio di .Paolo Bertelli con il titolo “Boschini e la villa di Maderno. Appunti sulla Regia terena de i dei” nel quale si parla dettagliatamente della villa Gonzaga di Maderno e dei suoi proprietari che si sono succeduti nel tempo. E viene pubblicata una foto che riproduce la sala del Ratto di Ganimede nel palazzo Gonzaga di Maderno.
Ritornando al Boschini, trascrivo qui di seguito due brani del suo poema in veneziano che si riferiscono alle proprietà dei Gonzaga a Maderno nel 1661.

In copia là dà l’Abondancia i fruti
Bei cedri, bei Naranzi, e bei limoni
E de tute le cose i rari, e i boni
Qua no ghe vuol fadiga i ghe ze tuti

                                                                              O delicia del Mondo e de Maderno
                                                                              Paradiso tereste apresso al Cielo
                                                                              E siben ti è vestito de mortal velo.
                                                                              Stago per dirte, Paradiso eterno.
Mi dimenticavo di far notare che il volumetto che Boschini scrisse nel 1661, rarissima pubblicazione di 22 pagine, è praticamente introvabile, ma ne esiste almeno una copia, quella utilizzata da Paolo Bertelli, conservata presso la Biblioteca dell’Accademia dei Concordi di Rovigo.
            Il Prof. Bertelli, autore di numerosi libri storici, mi ha voluto gentilmente inviare anche il suo nuovo libro “Immagini sovrane. La Mostra Iconografica Gonzaghesca del 1937” (432 pagine) nel quale oltre a descrivere la grande esposizione sui ritratti dei Gonzaga, tenuta nel 1937 nel Palazzo Ducale di Mantova, parla anche della villa dei Gonzaga a Maderno con numerosi interessanti particolari.
                                                                                                       ANDREA DE ROSSI




venerdì 20 marzo 2015

FINALMENTE RITROVATO IL QUADRO DI CHURCHILL

Ieri 19 marzo 2015 ho pubblicato su questo Blog l'articoletto di "Churchill a Maderno nel 1949" con la foto dello statista a Maderno in cerca di un posto adatto per ritrarre il golfo su un quadro.. La spiaggia del "Ruinà" o Rovinato sulla statale di Via Roma, vicino alle ville Gemma e Fantazzini fu il posto che scelse poi definitivamente  per eseguire il suo quadro, che da tempo lo scrivente ed il giornalista sig. Enzo Gallotta stiamo cercando sul Web.
Stamane, improvvisamente, mi sono trovato sul mio computer la foto di questo ricercato quadro  del golfo di Maderno eseguito nel 1949 da Churchill, avendomela gentilmente inviata il sig. Giovanni Saletti, figlio di un mio amico coetaneo che vive a Toscolano, il quale - abilmente - l'ha trovata su un apposito link. Allo stesso rivolgo un particolare ringraziamento per avere procurato la foto di questo quadro.
Sempre l'esperto d'informatica Saletti mi informa  che il suddetto quadro fu venduto all'asta di
Christie's  a Londra il 4.6.1999 al prezzo di 44.400 sterline.
                                                                                          Andrea De Rossi

               
   

mercoledì 18 marzo 2015

CHURCHILL A MADERNO NEL 1949










Grazie al prezioso interessamento del giornalista locale sig. Enzo Gallotta che ha insistentemente ricercato sul Web il quadro del golfo di Maderno che Churchill, nell'estate 1949, ha ripreso sulla spiaggia del "Ruinà" (per ora non ancora individuato), ha invece scovato uno spezzone di un filmato della British Pathè nel quale si vede l'ex premier Britannico a Maderno in Via Roma (Strada statale) mentre esce da una abitazione dove aveva ricercato un posto adatto nel quale fermarsi per fare il ritratto del golfo. Successivamente, invece, scelse la spiaggetta del "Ruinà", vicino a Villa Gemma, per installarsi con la sua attrezzatura, come risulta dalla sottostante foto pubblicata a suo tempo dal periodico Settimo Giorno..

                                                                                                         Andrea De Rossi