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1950 - CERIMONIA RELIGIOSA IN PIAZZA ARCHIVIO FOTOGRAFICO ANDREA DE ROSSI |
martedì 21 luglio 2015
giovedì 11 giugno 2015
CARTIERA DI MAINA INF. IN VALLE CARTIERE ED IL RICORDO DI MIA MADRE
Siamo alla fine dell’800 - inizi
del ‘900, quando ancora la cartiera di Maina inferiore chiamata anche Macalè
(dal 2007 trasformata in Museo della carta) si trovava in territorio di
Maderno e i due comuni erano ancora separati. . Il confine era delimitato dal torrente Toscolano
dalla sua foce e sino alla località di Maina superiore, poi saliva direttamente fino alla cima del monte
Pizzocolo. Quindi le cartiere esistenti oltre Maina superiore e fino alla foce
del torrente che si trovavano a destra (scendendo) erano in territorio di Maderno, mentre quelle
sul lato opposto e oltre Maina superiore in quello di Toscolano.
Nel
periodo citato in premessa e fino al 1912 la cartiera di Maina inferiore o
Macalè fu diretta da Bianchi Tullio
proveniente da Pisogne il quale sposò la zia di mia madre, Belloni Luigia.
Diversi
furono i proprietari o gestori di questa antica cartiera prima che venisse –
dopo la costosa operazione di
ristrutturazione - trasformata in Museo e ora dato in comodato dal Comune alla
Fondazione della Valle delle Cartiere. Intorno al 1700 questo opificio fu di
proprietà della famiglia Assandri, originaria della frazione Pulciano, che poi
assunse il cognome di Delay e che all’inizio del ‘500 conduceva alcune ferriere
in località Camerate. Successivamente la proprietà dello stabilimento passò ai
madernesi: Veronese nel 1811, Hell nel 1852, Emmer nel 1872, Nei primi anni del
1900 i proprietari divennero i Maffizzoli, poi i Donzelli ed, infine, i Marchi
di Vicenza. Nel 1962 i Donzelli abbandonarono questo opificio che , lentamente,
andò in rovina..
Nel
mio Blog su Toscolano Maderno ho citato diverse persone locali, mi sono
domandato, perchè non dovrei citare anche mia madre dalla quale ebbi varie notizie
storiche locali e sul modo di vita di quel tempo ed in particolare sulla Valle
delle Cartiere dove aveva vissuto alcuni anni. Essa aveva solo cinque anni ed un
fratellino di pochi mesi quando gli morì suo padre a 39 anni.. La madre, per vivere, era impegnata nel suo lavoro e
doveva occuparsi di due figli per cui dopo qualche anno dovette affidare la
mia futura madre, allora adolescente, alla zia, che non aveva figli e che viveva con il marito a Maina inferiore in una piccola
abitazione annessa allo stabilimento (indicata con un freccia bianca nella foto
in alto).
Un
particolare ricordo dell’adolescenza di mia madre durante la sua permanenza
nella valle, che mi riferì più volte, fu che alla sera veniva incaricata
dallo zio di recarsi a Toscolano per l’acquisto del giornale che giungeva a
tarda ora. Al buio assoluto e da sola, usciva dalle gallerie (allora non
illuminate come ora), per giungere nel paese per l’acquisto del giornale. Pur
prestandosi volenterosamente a questo incarico, non poté mai dimenticare la
paura e l’ansia che l’opprimeva quando eseguiva ogni giorno questo incarico. Lo
zio voleva tenersi aggiornato sugli avvenimenti, ma in quel tempo l’unico mezzo
d’informazione era solo il giornale. che con i mezzi di quel tempo giungeva a
Toscolano solo a tarda sera.
martedì 26 maggio 2015
VINCENZO BENDINELLI STRAORDINARIO ARTISTA MADERNESE
Il mio caro
amico VINCENZO BENDINELLI, nato pochi anni dopo di me a Maderno il 20.7.1931 e
scomparso a Cologno Monzese il 30.7.1997 dove abitava con la sua famiglia, è
veramente un personaggio straordinario da ricordare per tutte le sue numerose
attività e iniziative nel campo culturale ed artistico.
Fin
da giovanissimo si trasferì a Milano dove, inizialmente, lavorò come
accordatore di pianoforti presso il negozio
della madernese sig.ra Luisa Castellini.
Iniziò
con la pittura e la poesia. Successivamente si laureò in Sociologia con una
tesi di Parapsicologia.
I
principali giornali si sono occupati delle sue varie attività. Egli si
qualificò sempre fra i primi nella cinquantina di concorsi letterari nazionali
ed internazionali ai quali partecipò. Nel 1983 ottenne il premio della Cultura
da parte della Presidenza del Consiglio dei Ministri. Numerose le mostre di
quadri personali e collettive alle quali partecipò dal 1958 al 1987 nelle varie
città d’Italia ed in Svizzera. Oltre a queste opere pittoriche, pubblicò
parecchi volumi di poesie e di argomenti vari, fra i quali manuali d’ipnotismo,
di radioestesia e di agopuntura.
In
circa trent’anni di lavoro pittorico ha svolto, come affermato dallo stesso,,
la sua ricerca in modo totale, veramente d’avanguardia dal figurativo
all’astratto, dall’arte visuale a esperienza POP (abbreviazione del termine
inglese popular usato come termine generico per indicare tutte le espressioni della cultura popolare)
e queste ultime ben quattro anni prima che gli artisti americani presentassero
le loro opere POP alla Biennale di Venezia del 1964.
Il
Comune di Cologno Monzese, dove egli risiedeva con la famiglia, nel 2005 ha organizzato presso
una sala di villa Casati, una mostra dei dipinti più significativi e
un’antologia di liriche dello stesso. L’inaugurazione è avvenuta il 7.10.2005
alla presenza del Sindaco di Cologno Monzese e di numerosi personaggi del mondo
dell’arte e della cultura. In tale occasione la gallerista e critica d’arte
Enrica Gamalero ha presentato le sue opere ed ha letto alcune sue poesie.
E’
certamente un onore per il comune di
Toscolano-Maderno che questo “personaggio”, cresciuto in una modesta ed umile
famiglia, con la sua intelligenza, creatività e costanza abbia saputo emergere
e farsi un nome nell’ambiente artistico milanese.
ANDREA
DE ROSSI
Un quadro del Bendinelli
giovedì 14 maggio 2015
ALTRE NOTIZIE SUL PALAZZO GONZAGA DI MADERNO
Il Dott. Ghiselli di Gargnano fu
uno dei tanti proprietari del palazzo Gonzaga di Maderno susseguitesi dopo
l’estinzione della famiglia Gonzaga. Nel 1819, questi, forse perché infermo di
mente, si mise alla ricerca di tesori che, si diceva, allora, fossero nascosti
in qualche punto segreto del palazzo. Per
ritrovarli fece demolire i due terzi del palazzo, sul lato della chiesa
romanica e, di conseguenza, distrusse numerosi capolavori pittorici, senza
troppi ostacoli da parte della pubblica amministrazione. I relativi materiali
di risulta, alcuni assai pregiati per qualità e lavorazione, presero differenti
strade; una parte fu venduta, un’altra venne recuperata per costruire un
giardino di limoni, gli stipiti andarono a sostegno degli ingressi interni
della costruenda chiesa parrocchiale di Maderno e gli elementi più minuti
furono incettati dagli antiquari del tempo oppure finirono in alcune case
private a Maderno. Agli eredi del Ghiselli rimasero così tanti debiti per cui
furono costretti a vendere il moncone rimasto del palazzo ai Zanetti i quali
poi lo rivendettero al sig. Pietro Erculiani di Maderno che, nel 1894, lo
rivendette all’inglese sig.ra Mary Colley Morice che, con animo appassionato,
cercò di dare vita a quegli storici resti rimasti. Successivamente la proprietà
passò al sig.Pietro Emmer di Maderno e questi, nel 1933, alla famiglia Gaoso.
Tutte
queste notizie sono state ricavate da un saggio dello storico locale Notaio
Claudio Fossati datato 1894 rinvenuto
nell’archivio del marchese Giuliano Capilupi di Mantova unitamente alla lettera
con la quale il Fossati indirizzò il testo alla sig.ra Mary Colley Morice la
quale aveva richiesto notizie sulle origini storiche del palazzo dopo
l’acquisto.. Documento che non risulta essere stato a conoscenza nemmeno dal
figlio Donato che pure ha scritto anch’esso numerose notizie sui Gonzaga.
Ora,
ad integrare tali notizie sul palazzo Gonzaga di Maderno ci ha pensato il
Prof.. Paolo Bertelli dell’Università degli Studi di Verona Dipartimento Tempo
Spazio, immagine, Società /TeSIS) che ho avuto l’onore e la fortuna di
conoscere in quanto anche lui si interessa della storia dei Gonzaga. Risulta,
infatti, che l’Università alla quale
appartiene nel 2014
ha organizzato un convegno dedicato a Marco Boschini (Venezia 1602-1678)
scrittore, pittore, incisore, miniatore, già appartenente alla bottega di Palma
il Giovane a Venezia e frequentatore del palazzo Gonzaga di Maderno dai cui
proprietari ricevette l’ordine di incidere il disegno del palazzo madernese su
una lastra di rame, ora non più rintracciabile. Da questo convegno uscì un voluminoso libro “Marco Boschini. L’epopea
della pittura veneziana nell’Eureopa barocca” a cura di Enrico Maria Dal
Pozzolo con la collaborazione dello stesso Prof.Bertelli – Zel edizioni (pagine
463)...Fu negli anni in cui il Boschini frequentò il Palazzo Gonzaga di Maderno
che il Duca Carlo II fece costruire un androne sotterraneo, detto poi
“Serraglio degli uomini” che collegava il palazzo nuovo con la “Palazzina”
chiamata poi “Serraglio delle Donne”.
E’
nel contenuto di questo libro che si viene a conoscenza che il Prof.Paolo
Bertelli , dopo molte ricerche, è riuscito a rintracciare, presso la Biblioteca
dell’Accademia dei Concordi di Rovigo forse l’unica copia esistente del
prezioso volumetto di ventidue pagine che il Boschini scrisse nel 1661 in veneziano, riferentesi alle proprietà dei
Gonzaga a Maderno con tutti i particolari, così intitolato “La regia terena de
i dei ovvero Le delicie de Maderno –patrocinio del Serenissimo De Mantova umile
tributo di Marco Boschini a quella Altezza.
Da
questo volumetto il Prof.Bertelli ha messo in evidenza molte cose
interessanti,. su alcune sconosciute, altre già segnalate dallo storico
Fossati, come la distruzione di due terzi del fabbricato da parte del
Dott.Ghiselli che l’aveva acquistato dopo l’estinzione dei Gonzaga per la
ricerca di un ipotetico tesoro.
Quanto
sopravvive ai nostri giorni, scrive il Prof.Bertelli, del complesso gonzaghesco
di Maderno, benché splendido, non è che un ombra del monumentale succedersi di
palazzi, palazzine, giardini, fontane e voliere che nel Seicento si
configuravano come la maggiore residenza signorile dell’intero Garda.
Fortunatamente
l’attuale erede del vecchio palazzo, sig. Alessandro Gaoso, considerata
l’importanza artistica ancora esistente nella parte di palazzo rimasta,
sta provvedendo al restauro di alcuni
preziosi affreschi. Ricordo che al secondo piano vi è una sala che raffigura il
Ratto di Ganimede, la cui foto viene. riprodotta in calce alla presente. Nel
libro viene ricordato che l’edificio era di quattro piani fuori terra (più le
cantine) con un’altana centrale posta al di sopra del “sitto della sala” e
sormontata da un’aquila ducale in marmo.
All’ingresso
principale (allora quello verso il lago) con un portale e conci marmorei, si
accedeva tramite una duplice scala a tenaglia, di fronte (verso l’attuale
strada statale) vi era il giardino all’italiana con balaustre marmoree sulle quali erano disposte
statue e vasi.
Tra
i piani correvano quattro scale: una grande, due “private” ed una “lumaga”
quest’ultima ancora esistente. Il palazzo era un ricettacolo di infinite
stanze, logge e sale, di tal bellezza. Una descrizione più puntuale ci perviene
dalle quartine di pag.10, quando il Boschini rammenta l’esistenza delle statue
delle varie divinità fatte da celebri scultori. Nella fontana principale, nel
mezzo del giardino, vi era una statua pregiata di Venere che zampillava acqua
da ogni parte, realizzata dal noto scultore del tempo Francesco Agnesini, al
quale i Gonzaga spesso si rivolgevano.
Anche
il “Serraglio” viene citato perché l’immobile che fu sempre chiamato
“Palazzina”, in quel tempo, invece, era chiamato “Casino sopra il monte”... Era
composto di due piani fuori terra più le cantine, con a fianco una grotta e
diverse fontane alimentate da condotti sotterranei provenienti da Sernico
(l’attuale frazione di Sanico). Accanto vi era una peschiera quadrata coperta
di pietra viva ed una loggia su quarantaquattro colonne.
lunedì 13 aprile 2015
I GONZAGA A MADERNO NEL 1600
LA REGIA TERENA DE I DEI
OVVERO LE
DELICIE DE MADERNO
Questo è il
titolo del libro di cui intendo parlare oggi e che risale al 1661.
Claudio
Fossati, il noto storico locale (1823-1895), in suo scritto che parlava dei
Gonzaga, diceva, tra l’altro, “onde è che
la palazzina congiunta per sotterranea strada al palazzo ducale di Maderno, fu
per qualche tempo il teatro delle più turpi dissolutezze”. E qui richiamava
un “secentista”, il “Boschetti” che cantò in versi dialettali veneziani “La Regia
terena de i dei – ovvero – Le delicie di Maderno”. Da diversi anni sono alla
ricerca di questo libro storico ma non l’ho trovato in nessuna biblioteca.
Tramite un amico dell’Università di Verona ho saputo solo ora che la nota del
Fossati contiene due refusi tipografici: il “secentista” citato non è
Boschetti, bensì Marco Boschini e la
data è 1661 e non 1660.
Sin dal 2013
ho aperto nel Web un Blog riguardante la storia di Toscolano Maderno con
numerosissimi argomenti di storia locale (fino ad ora ha ottenuto oltre 33.000
visualizzazioni da tutte le parti del mondo). Fu così che ebbi la fortuna e
l’onore di conoscere il Prof Paolo Bertelli dell’Università degli Studi di
Verona – Dipartimento Tempo Spazio immagine Società (TeSIS), il quale, visti
gli articoli sui Gonzaga a Maderno pubblicati sul mio Blog, mi mandò una e-mail
considerando il mio lavoro assolutamente garbato e ben fatto. Mi informò che
l’Università alla quale egli apparteneva aveva organizzato nel 2014 un convegno
dedicato alla figura di Marco Boschini,
(Venezia 1602-1678) scrittore, pittore, incisore, miniatore, e che secondo
alcune fonti avrebbe frequentato anche la bottega di Palma il Giovane (ovvero
l’autore del quadro, riproducente la Sacra Famiglia, che si trova nella
chiesetta di S. Bartolomeo a Maderno). Proprio Boschini pubblicò il libro sopra
indicato in versi e in veneziano. Da questo convegno è nato un ponderoso ed
interessantissimo volume (464 pagine) dal titolo “Marco Boschini. L’epopea
della pittura veneziana nell’Europa barocca” del quale mi è stata inviata una
copia. All’interno è anche un saggio di .Paolo Bertelli con il titolo “Boschini
e la villa di Maderno. Appunti sulla Regia terena de i dei” nel quale si parla
dettagliatamente della villa Gonzaga di Maderno e dei suoi proprietari che si
sono succeduti nel tempo. E viene pubblicata una foto che riproduce la sala del
Ratto di Ganimede nel palazzo Gonzaga di Maderno.
Ritornando al
Boschini, trascrivo qui di seguito due brani del suo poema in veneziano che si
riferiscono alle proprietà dei
Gonzaga a Maderno nel 1661.
In copia là dà l’Abondancia i fruti
Bei cedri, bei Naranzi, e bei limoni
E de tute le cose i rari, e i boni
Qua no ghe vuol fadiga i ghe ze tuti
O delicia del Mondo e de Maderno
Paradiso tereste apresso al Cielo
E siben ti è vestito de mortal velo.
Stago per dirte, Paradiso eterno.
Mi dimenticavo di far notare che
il volumetto che Boschini scrisse nel 1661, rarissima pubblicazione di 22
pagine, è praticamente introvabile, ma ne esiste almeno una copia, quella
utilizzata da Paolo Bertelli, conservata presso la Biblioteca dell’Accademia
dei Concordi di Rovigo.
Il
Prof. Bertelli, autore di numerosi libri storici, mi ha voluto gentilmente
inviare anche il suo nuovo libro “Immagini sovrane. La Mostra Iconografica
Gonzaghesca del 1937” (432 pagine) nel quale oltre a descrivere la grande
esposizione sui ritratti dei Gonzaga, tenuta nel 1937 nel Palazzo Ducale di
Mantova, parla anche della villa dei Gonzaga a Maderno con numerosi
interessanti particolari.
ANDREA DE ROSSI
venerdì 20 marzo 2015
FINALMENTE RITROVATO IL QUADRO DI CHURCHILL
Ieri 19 marzo 2015 ho pubblicato su questo Blog l'articoletto di "Churchill a Maderno nel 1949" con la foto dello statista a Maderno in cerca di un posto adatto per ritrarre il golfo su un quadro.. La spiaggia del "Ruinà" o Rovinato sulla statale di Via Roma, vicino alle ville Gemma e Fantazzini fu il posto che scelse poi definitivamente per eseguire il suo quadro, che da tempo lo scrivente ed il giornalista sig. Enzo Gallotta stiamo cercando sul Web.
Stamane, improvvisamente, mi sono trovato sul mio computer la foto di questo ricercato quadro del golfo di Maderno eseguito nel 1949 da Churchill, avendomela gentilmente inviata il sig. Giovanni Saletti, figlio di un mio amico coetaneo che vive a Toscolano, il quale - abilmente - l'ha trovata su un apposito link. Allo stesso rivolgo un particolare ringraziamento per avere procurato la foto di questo quadro.
Sempre l'esperto d'informatica Saletti mi informa che il suddetto quadro fu venduto all'asta di
Christie's a Londra il 4.6.1999 al prezzo di 44.400 sterline.
Andrea De Rossi
Stamane, improvvisamente, mi sono trovato sul mio computer la foto di questo ricercato quadro del golfo di Maderno eseguito nel 1949 da Churchill, avendomela gentilmente inviata il sig. Giovanni Saletti, figlio di un mio amico coetaneo che vive a Toscolano, il quale - abilmente - l'ha trovata su un apposito link. Allo stesso rivolgo un particolare ringraziamento per avere procurato la foto di questo quadro.
Sempre l'esperto d'informatica Saletti mi informa che il suddetto quadro fu venduto all'asta di
Christie's a Londra il 4.6.1999 al prezzo di 44.400 sterline.
Andrea De Rossi
mercoledì 18 marzo 2015
CHURCHILL A MADERNO NEL 1949
Grazie al prezioso interessamento del giornalista locale sig. Enzo Gallotta che ha insistentemente ricercato sul Web il quadro del golfo di Maderno che Churchill, nell'estate 1949, ha ripreso sulla spiaggia del "Ruinà" (per ora non ancora individuato), ha invece scovato uno spezzone di un filmato della British Pathè nel quale si vede l'ex premier Britannico a Maderno in Via Roma (Strada statale) mentre esce da una abitazione dove aveva ricercato un posto adatto nel quale fermarsi per fare il ritratto del golfo. Successivamente, invece, scelse la spiaggetta del "Ruinà", vicino a Villa Gemma, per installarsi con la sua attrezzatura, come risulta dalla sottostante foto pubblicata a suo tempo dal periodico Settimo Giorno..
Andrea De Rossi
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